SIENA
Questa sera alle ore 21 l'ultima replica. Un capolavoro di Marco Filiberti che illumina il palco dei Rozzi, offrendo una riflessione profonda sulla libertà e sulle relazioni umane.
Il finale della stagione teatrale Sipario Blu ai Rozzi è stato un trionfo di bellezza, di altissima qualità artistica, un vero e proprio gioiello artigianale che ha aperto il cuore e, giustamente, ha fatto scattare un lungo e continuo applauso. “Intorno a Don Carlos: prove d’autenticità”, scritto e diretto da Marco Filiberti, con Pietro Bovi, Diletta Masetti, Luca Tanganelli, Massimo Odierna e Giacomo Mattia, ha coinvolto ed entusiasmato il pubblico senese che ieri sera (martedì 25 marzo 2025) si è concentrato in platea per assistere ad uno degli spettacoli più affascinanti di tutta l'intera stagione. Merito anche della coreografia e dei movimenti scenici di Emanuele Burrafato, delle scene di Benito Leonori e di tutte le maestranze che hanno ruotato intorno a questo Kammerspiel in due atti da Friedrich Schiller. Chi se lo è perso può ancora recuperare questa sera (mercoledì 26 marzo 2025) con la replica sempre al teatri dei Rozzi di Siena alle ore 21.
Spettacolo di quasi due ore che vola, che ha saputo entusiasmare per la sua imprevedibilità, ma anche stupire con scene d'impatto, su tutte un nudo completo. Al tempo stesso intreccia riflessioni senza tempo come sul pettegolezzo incestuoso o la forza di amare la libertà fino alla morte che sopisce anche un impulso androfilo, sensibile, senza i confini del cuore. L’incipit, con il Duca d'Alba che avanza dalla platea grondante di sangue e prega, stabilisce subito un intenso dialogo con il pubblico. L’affresco teatrale è un viaggio nell’animo umano, un’indagine sulla solitudine e sull’amore in un contesto storico-politico complesso, che trova una sua risonanza contemporanea.
Filiberti ha saputo condensare il dramma di Schiller in una narrazione che si concentra su pochi personaggi, ognuno intrappolato nelle proprie emozioni e desideri. La scena fissa, con lunghe corde, diventa un simbolo di oppressione e tensione, evocando spazi indefiniti e relazioni intricate. Le parole dei personaggi, cariche di significato, risuonano rompendo il silenzio del pubblico attento. E il dialogo tra Carlos, Rodrigo ed Elisabetta si fa portatore di un anelito di libertà che attraversa i secoli. Le scene cambiano, il palco si trasferisce in platea o nei palchetti al secondo ordine, i dialoghi si intrecciano in un ritmo incalzante. E la musica è parte attiva creando un sottofondo sonoro che amplifica le emozioni in scena. Gli attori, veri e propri corpi poetici, riescono a trasmettere la fragilità e la forza dei loro personaggi, rendendo palpabile la ricerca d'infinito.
Nel finale i protagonisti concludono citando una serie di nomi di personaggi della storia che hanno lottato contro la miopia del potere, della forza oppressiva, con l'obiettivo di proclamare la libertà dello spirito che spetta a ogni individuo, utilizzando i mezzi e i limiti imposti dalle circostanze personali, naturali e storiche. Come Giordano Bruno o Giovanna d'Arco, come Martin Luther King e Gesù che perseverando nella loro lotta di verità, hanno offerto il sacrificio estremo della propria vita. In questo contesto, a nostro modesto avviso, poco c'entrava il nome di Che Guevara. Un sussulto che ci ha fatto tornare alla mente il volume “Piccolo manifesto dei comunisti (senza classe e senza partito)” di Elsa Morante in cui la scrittrice, all’inizio degli anni Settanta, stilò un "manifesto in tredici punti per dire l'onore e il disonore dell'uomo" facendo anch'essa un elenco di chi morì per la libertà: Cristo, Socrate, Giovanna D’Arco, Mozart, Cechov, Giordano Bruno, Simone Weil, Marx, Che Guevara, ecc. ecc. ecc. Abbiamo sorriso e siamo tornati ad applaudire uno spettacolo di altissima qualità.
E ora appuntamento per il weekend. Da venerdì 28 marzo, ai Rinnovati, arriva “Sul Lastrico”, spettacolo con l’attore e cabarettista Maurizio Lastrico.
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