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Applausi al Don Giovanni tra classico e contemporaneo FOTO

Arturo Cirillo regala una reinterpretazione del mito del seduttore che affascina e provoca riflessioni. Nuovo successo ai Rinnovati

Andrea Bianchi Sugarelli

09 Marzo 2025, 21:01

Quei senesi che cercavano nella stagione dei Rinnovati e dei Rozzi uno spettacolo ed un testo ancora più impegnato, profondamente teatrale, con una scenografia imponente e non scontata, nel weekend che sta per concludersi sono stati accontentati. Anche quelli che oggi (domenica 9 marzo) si sono goduti l'ultima replica del Don Giovanni, in un mix tra Mozart, Da Ponte e Molière, con Arturo Cirillo, Irene Ciani, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Giulia Trippetta e Giacomo Vigentini. Oltre un'ora e mezzo di grande interpretazione che cattura l'attenzione del pubblico non solo per la storia libertina del protagonista, ma anche e soprattutto per la sua ambientazione, per l'immaginazione, per la maestria degli attori e di alcuni duetti di altissimo pregio. Certamente non la solita contemporaneità a cui il pubblico si era abituato nell'ultimo mese, ma qualcosa di classico-storico che comunque è riuscito a raccontare e a farci riflettere con i canoni della nostra quotidianità. Cirillo è un istrione da palcoscenico, insaziabile, un recitatore vero nel senso più profondo del termine, accompagnato dalla bravura di Giglio e Petruzzelli, ma anche di Ciani, Trippetta e Vigentini che hanno abbracciato più ruoli.

La scenografia, firmata da Dario Gessati, è sorprendente: un'opera che ricorda le magnifiche dimore di epoche passate, con statue, scalinate e terrazze marmoree, ma soprattutto passaggi segreti, perfetto per accogliere le peripezie di Don Giovanni, il seduttore per eccellenza. Bravissimo Arturo Cirillo. Nel suo approccio, mescola la leggerezza comica di Molière con la profondità drammatica che caratterizza il libretto di Da Ponte, creando un’atmosfera di grande intensità.

Il Don Giovanni di Cirillo è un personaggio complesso: non solo un vizioso, ma un uomo che si confronta con le proprie debolezze e le ipocrisie della società. Attraverso dialoghi serrati, senza tentennamenti e situazioni costruite alla perfezione, emerge una critica sociale che inevitabilmente si proietta sul nostro tempo. La figura di Sganarello, interpretata davvero egregiamente da Giacomo Vigentini, gioca un ruolo fondamentale, rappresentando la coscienza critica e morale, ma anche popolare del libertino. Le scene che vedono protagoniste Donna Elvira, Donna Anna (ma anche Zerlina), sono particolarmente affascinanti: il loro dolore e la loro forza si intrecciano con la figura di Don Giovanni, creando un contrasto che rende lo spettacolo ancor più coinvolgente. La bravura degli interpreti si manifesta in ogni momento, ma strappa un consenso unanime il confronto tra lo stesso Don Giovanni e il Signor Quaresima capace di scuotere tutto il teatro.

In un contesto di grande suggestione, la regia è riuscita a mantenere un equilibrio delicato tra il tragicomico e il drammatico, senza mai far perdere di vista la complessità dei personaggi tanto che l’apertura del sipario viene fatta con l’ingresso dalla platea. Secondo noi, che siamo degli umili e sufficienti spettatori interessati, l'opera si rivela nel suo complesso ben orchestrata e capace di catturare l'attenzione, un’interpretazione che trascende il tempo, mescolando abilmente passato e presente, e lasciando il pubblico con domande aperte su libertà, amore e responsabilità.  

Ieri pomeriggio (sabato 8 marzo 2025) la compagnia teatrale ha avuto l'opportunità di incontrare il pubblico senese nel foyer del teatro, in un dialogo moderato dal Corriere di Siena e alla presenza del direttore dei Teatri di Siena, Vincenzo Bocciarelli. Gli attori hanno risposto a numerose domande sullo spettacolo e hanno condiviso curiosità sui personaggi, dando vita a un confronto davvero interessante. Uno scambio di vedute che ha arricchito ulteriormente l’esperienza degli appassionati, dimostrando che il teatro non è solo un luogo di rappresentazione, ma anche di dialogo e riflessione.

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