La polemica
Niccolò Volpini, sindaco di Abbadia San Salvatore
La nuova Legge sulla montagna, recentemente approvata dal Parlamento, nasce con l’intento di riconoscere e valorizzare il ruolo dei territori montani, ma – secondo il sindaco di Abbadia San Salvatore – presenta criticità significative che rischiano di comprometterne l’efficacia.
“La legge – dichiara il sindaco di Abbadia San Salvatore, Niccolò Volpini – riconosce il valore delle aree montane, ma per chi amministra realtà come la nostra, in Toscana e sull’Amiata, emergono già difficoltà concrete che ne limitano l’applicazione. I comuni montani non sono tutti uguali. Abbadia San Salvatore, ad esempio, ha una storia industriale e mineraria, oggi un tessuto economico complesso, e un ruolo di riferimento per i servizi sanitari, scolastici e sociali di un intero comprensorio. Tuttavia, le risorse previste dalla legge sembrano privilegiare aree più marginali, trascurando proprio quei territori che possono diventare motore di sviluppo e innovazione in montagna”.
Un altro punto critico riguarda la mancanza di coordinamento tra la normativa nazionale e quella regionale, che – secondo l’amministrazione comunale – sta generando incertezza: “La Toscana non ha ancora definito le modalità di attuazione della legge, e questo rende difficile programmare gli interventi, soprattutto per i comuni che cercano di mantenere servizi e infrastrutture fondamentali”.
Il sindaco sottolinea inoltre le lacune in materia di energia e sostenibilità, un tema cruciale per i territori montani: “La legge parla di sostenibilità ambientale, ma non offre strumenti concreti per favorire l’autonomia energetica dei piccoli comuni. Noi, come tanti altri, abbiamo dovuto sospendere i progetti di comunità energetiche per difficoltà normative e mancanza di regole certe. È un paradosso per chi vive in territori ricchi di risorse ambientali e storicamente legati alla produzione energetica”.
Infine, il sindaco di Abbadia San Salvatore Volpini richiama la necessità di una visione più articolata e differenziata per il futuro delle aree montane: “Se vogliamo davvero dare un futuro alle montagne italiane, serve una visione capace di differenziare i territori, di ascoltare le amministrazioni locali e di fornire strumenti semplici e concreti. Perché senza la possibilità di agire, anche le migliori intenzioni rischiano di restare sulla carta”.
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