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Siena

Intervista a Simone Bezzini: “Gsk presenti il piano. Gli investimenti devono sempre essere accompagnati dalla tutela occupazionale”

L’assessore regionale: “La multinazionale si confronti con le istituzioni e i sindacati”

Gennaro Groppa

01 Dicembre 2024, 20:18

Simone Bezzini

Simone Bezzini

Al grosso nodo della Beko potrebbe ora aggiungersi un’altra situazione che al momento rimane nebulosa e i cui contorni sono da chiarire, quella di Gsk. La multinazionale farmaceutica ha promesso un piano di investimenti nel territorio senese per 260 milioni di euro entro il 2026, ma al contempo prevede anche l’uscita dall’azienda di 270 lavoratori. Il gruppo parla di “uscite volontarie”, attraverso incentivi. Il numero è comunque certamente cospicuo, dato che si tratta del 14% della forza lavoro che è attualmente impiegata tra Siena e Rosia.

Quelle di Beko e di Gsk sono due questioni centrali in questo momento nel dibattito pubblico cittadino. Per quel che riguarda Beko, dopo l’ingresso avvenuto giovedì dei lavoratori della multinazionale turca in consiglio comunale, si attende il prossimo 10 dicembre, quando azienda e sindacati torneranno a incontrarsi a Roma, al ministero. Mentre per ciò che concerne Gsk si attende che il gruppo faccia sapere qualcosa in più relativamente alle proprie intenzioni.

L’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini, presente all’inaugurazione dei nuovi locali di Cardiologia alle Scotte, ha risposto ad alcune domande sulle due vicende.

- Assessore Simone Bezzini, cosa sta succedendo alla Gsk?

I piani e i programmi di investimento vanno sempre letti e salutati positivamente. Tuttavia serve la massima attenzione anche su quelli che sono gli aspetti occupazionali. Ecco, io ritengo che i programmi di investimento debbano sempre andare di pari passo con la tutela dei livelli occupazionali. L’azienda ascolti e si confronti con le istituzioni e con i sindacati su quello che è il proprio piano industriale.

- Per Beko sono giorni caldissimi, con i lavoratori che ormai sono in una mobilitazione permanente. Si attende l’incontro del 10 dicembre, quale strada potrebbe essere intrapresa adesso?

Credo innanzitutto che servirebbe un’azione molto più incisiva da parte del Governo nazionale che deve spingere il gruppo a modificare il proprio atteggiamento e le proprie intenzioni rispetto a quanto Beko ha dichiarato nell’ultimo incontro ministeriale. E’ necessaria un’iniziativa forte da parte dell’esecutivo nazionale in modo da mettere alle strette Beko e far tornare il gruppo sui propri passi.

- Quali strumenti può avere l’esecutivo nazionale per convincere Beko a non chiudere gli stabilimenti di Siena e di Comunanza?

I governi sono fatti per governare, e una multinazionale deve ascoltare i territori. Certamente questo esecutivo non è stato fino a oggi incisivo su questa vicenda.

- Lei è preoccupato per queste due vicende?

Sì, lo sono. Questo territorio ha già dato e sta dando una risposta forte su queste vicende, penso alla mobilitazione e al lavoro che si sta facendo su Beko. C’è stata unità di azione e di intenti e apprezzo in maniera particolare il lavoro di coordinamento che sta facendo l’amministrazione provinciale con la presidente Agnese Carletti.

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