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Suicidio assistito, i vescovi toscani a confronto (e contro) sulla legge regionale. Lojudice: "Non sosteniamo le posizioni estreme"

Nell'incontro di Firenze erano presenti anche docenti universitari e professionisti della sanità. Il medico Rossi: "Importante insistere sulle cure palliative"

Aldo Tani

19 Marzo 2025, 14:38

Augusto Paolo Lojudice

Da fine 2024 guida i vescovi toscani

"Un momento importante per riflettere sul pensiero e sulla fede della Chiesa riguardo alla vita" ha affermato il cardinale Augusto Paolo Lojudice, aprendo il convegno "Suicidio assistito: aspetti medici, etici e giuridici" a Firenze, organizzato dalle diocesi toscane.

L'evento segue l'entrata in vigore della legge regionale toscana sul suicidio assistito. Lojudice ha sottolineato la necessità di comprendere queste tematiche senza condannare, ma piuttosto spiegando le ragioni della speranza cristiana e distanziandosi da posizioni estreme.

Gherardo Gambelli, arcivescovo di Firenze, ha enfatizzato l'importanza di riflettere sui valori e sul rispetto per la vita, trovando punti di congiunzione nonostante le difficoltà del dialogo.

Andrea Migliavacca, delegato per la pastorale della salute, vede il convegno come mezzo per promuovere un dialogo costruttivo incentrato sul rispetto della vita.

Tra i relatori, Marco Rossi, medico di Arezzo, ha criticato il suicidio assistito come incompatibile con il ruolo del medico, che deve curare e alleviare le sofferenze, non accelerare la morte. Rossi ha evidenziato l'importanza delle cure palliative in opposizione alla pratica del suicidio assistito.

Padre Maurizio Faggioni, bioeticista, ha messo in luce la nobiltà delle cure palliative come risposta alla fragilità umana causata da malattia e morte, opponendosi alla cultura della morte. Ha citato il crescente ricorso al suicidio assistito in Olanda come segnale di una profonda crisi esistenziale e di valori.

Leonardo Bianchi, esperto di diritto costituzionale, ha analizzato la legge toscana nel contesto giuridico italiano, spendendo attenzione alla sentenza della Corte costituzionale sul fine vita, sottolineando che le normative sul fine vita dovrebbero essere regolate su scala nazionale e non regionale, privilegiando l'accesso alle cure palliative. In sintesi, il convegno si è posto come un luogo di riflessione critica e dialogo costruttivo sulla vita, il rispetto per essa e l'eticità delle scelte di fine vita, dentro il cornice della fede cristiana e della dignità umana.

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