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Gelo d’aprile, l’agricoltura trema. L’imprenditore Chiarion: “Manca il vero inverno e questi sbalzi mettono in difficoltà le piante”

Il meteoblogger Soldani: “Danni maggiori per le viti e gli alberi da frutto ma da oggi il termometro risalirà”

Annalisa Coppolaro

10 Aprile 2025, 06:00

Meteo pazzo

Ad aprile il freddo è tornato a farsi sentire

Svegliarsi all'alba di aprile con il gelo e notare che prima delle 8 la temperatura fatica a salire sopra lo zero è l'incubo di tutti gli agricoltori. Sta accadendo proprio in questi giorni, ma non è l'unico aprile del genere: pochi anni fa si registrarono perfino nevicate il giorno di Pasqua. “E' vero - commenta Ivano Soldani, agricoltore e noto meteoblogger. - Purtroppo per quanto riguarda la statistica, stanno diventando sempre più frequenti le gelate tardive più o meno intense ad aprile. Questo infatti è il quarto anno consecutivo. Le aree maggiormente colpite sono le pianeggianti e basso collinari in quanto la dispersione di calore è maggiore rispetto a quelle alto collinari. Per l'agricoltura, questo tipo di gelate tardive comporta problematiche non indifferenti alle viti in germogliamento, così come agli alberi da frutto: bastano 2 o 3 ore di temperature a zero gradi per creare danni a queste coltivazioni, specie quando il freddo è caratterizzato da bassa umidità, quindi è secco. Ma il termometro promette un aumento a partire proprio da oggi”.
Soldani, seguendo la sua passione, ha seguito corsi di meteorologia applicata fondando poi il suo seguitissimo blog Ivo Meteoman nel 2010. Adesso puntualizza: “Le gelate tardive di aprile sono maggiormente dannose di anni fa, in quanto la vegetazione, a causa della mancanza del vero freddo invernale, in questo periodo è in stato molto più avanzato rispetto a quanto accadeva in passato. Nei mesi primaverili, la fisiologica e progressiva debacle del Vortice polare, che blocca l'anticiclone delle Azzorre, favorisce lo scambio tra masse d'aria nord/sud che possono favorire questo tipo di brevi periodi freddi. Le temperature sono più alte per lunghi periodi, e questo porta downburst, o bombe d’acqua, e a volte, addirittura, trombe d'aria con grandi quantità di pioggia, che dovrebbero cadere in mesi, concentrate in pochissimo tempo”
Sul cambiamento climatico ha opinioni precise anche Francesco Chiarion, imprenditore agricolo che coltiva cereali e vigneti a Lucignano d’Arbia, anche lui attento al meteo e ai cambiamenti. “Le downburst stanno diventando una piaga a larga scala - commenta - che prima non esisteva. I danni delle grandinate, con chicchi sempre più grossi, sono un problema con cui fare i conti. Sulle gelate d'aprile, tutto è ribaltato: mancando un vero inverno, gli sbalzi di temperatura imprevedibili rendono sempre più difficile fare agricoltura. Per i cereali e le viti, far fruttificare le piante è molto complicato. Tra estati sempre più calde e inverni miti, le piante non sempre vanno in dormienza. Chi come noi sta in pianura è più a rischio di chi lavora in zone di collina, come per esempio Montalcino.

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