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Lo stop ai dazi riporta il sereno. Le aziende vitivinicole soddisfatte della decisione di Trump: “Ora spazio alle diplomazie”

Bilancio positivo per Chianti Classico e Nobile che hanno salutato il Vinitaly tra l’apprezzamento generale

Vincenzo Battaglia

11 Aprile 2025, 05:30

Vinitaly

Un momento dell'edizione 2025

Un nuovo colpo di scena per il mondo del vino nella vicenda dazi.
Mercoledì sera il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato una sospensione per novanta giorni della parte di tariffe, portandole al 10% per tutto il mondo, esclusa la Cina.
Una notizia arrivata mentre in Italia calava in sipario su Vinitaly, la rassegna mondiale in scena a Verona che mette in vetrina i prodotti vitivinicoli della penisola, tra cui spiccano le denominazioni della provincia di Siena.
“E’ una notizia che ci rasserena – afferma Carlotta Gori, direttrice del Consorzio del Chainti Classico -, vedremo se in questi novanta giorni le diplomazie agiranno verso il superamento dei dazi. A Vinitaly la stampa ci ha fatto più domande sulle tariffe che su altri temi, però dal punto di vista del mercato non c’è stata una sensazione negativa. Non ha avuto riflessi negativi sulle nostre attività. Le esportazioni negli Usa sono riaperte, adesso aspettiamo un buon lavoro da parte delle istituzioni”.
I dazi in realtà sono entrati già in vigore, quella operata da Trump mercoledì è stata una riduzione.
“La prima trance al 10% è già attiva dal 9 aprile - afferma Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano -. A partire dal 15 aprile doveva entrare in vigore l’altro 10%. E’ comunque qualcosa a cui diamo valore positivo, però chiediamo un intervento delle istituzioni affinché anche l’attuale 10% in essere possa essere oggetto di rimozione. I dazi al 20% rischiavano di far andare fuori mercato il prodotto. In questi giorni le aziende hanno cercato di mettere in piedi dei piani per mitigare le tariffe, ma degli interventi risolutivi possono essere fatti solo dalle diplomazie”.
Nonostante il clima carico di ansia, i giorni di Vinitaly sono trascorsi bene per tutto il settore, anche con un occhio da parte degli operatori americani.
“Erano interessati ai prodotti – spiega Andrea Rossi -, perché nostra qualità è ben presente su quel mercato. La preoccupazione però era evidente da parte di tutti”.
I numeri delle presenze a Vinitaly sono stati significativi, dimostrando che il mondo del vino italiano è in ottima salute, al di là di quella che può essere la situazione legata alle tariffe oltreoceano.
“Sono stati giorni positivi - racconta Carlotta Gori -, anche con questo clima di grande incertezza generato dall’annuncio dei dazi. In realtà le aziende hanno lavorato bene, ci sono stati tanti importatori e tanti contatti. E’ un bilancio positivo, la fiera ha funzionato, il nostro stand è stato molto partecipato. Abbiamo avuto 2000 presenze e 8000 assaggi alla degustazione consortile, con 25 aziende presenti con le loro postazioni. Siamo più che soddisfatti”.
Entusiasmo che ora dopo la retromarcia temporanea di Trump, si potrebbe tradurre in uno slancio dal punto di vista economico.

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