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Siena abbraccia Gino Cecchettin: al Polo Mattioli centinaia di persone all’incontro con il padre della ragazza uccisa dall’ex

Tra i banchi tanti giovani che hanno rivolto un lungo applauso all’uomo: “Il vostro sostegno è per Giulia”

Caterina Iannaci

07 Maggio 2025, 05:30

Siena abbraccia Gino Cecchettin: al Polo Mattioli centinaia di persone all’incontro con il padre della ragazza uccisa dall’ex

Aula magna del polo didattico Mattioli, oltre 500 persone presenti, tantissimi studenti, contradaioli, tutte le sezioni piccoli e commissioni solidarietà dei 17 rioni.
In molti restano in piedi perché i posti a sedere sono occupati, qualcuno è costretto ad usufruire dell’aula Cardini e seguire la serata in streaming. La stragrande maggioranza sono donne, ragazze d'ogni età che già mezz’ora prima dell’inizio, hanno riempito l'auditorium. Ci sono gli assessori Micaela Papi e Barbara Magi, il rettore Roberto Di Pietra.
Tutti uniti nel silenzio, nel rispetto, nell’emozione di ascoltare Gino Cecchettin, babbo di Giulia trucidata dall’ex fidanzato l’11 novembre 2023. L’evento, organizzato dalla contrada della Torre e dalla Fondazione Giulia Cecchettin, in un dialogo con i giovani contradaioli ha riscosso un successo straordinario.
Ad aprire l’incontro durato due ore e moderato da Irene Biemmi componente del Comitato scientifico della Fondazione, è stato il priore di Salicotto Massimo Bianchi. Il rettore Roberto Di Pietra ha detto che “oggi qui c’è una Siena unita che testimonia la forza della comunità. Il cambiamento richiede tempo e impegno”.
Applausi profondi e continui hanno accompagnato Gino Cecchettin, che ha parlato a lungo, con grande emozione: “Sono solo un papà che ama infinitamente i suoi figli; tutto quello che faccio, lo faccio per loro. Il vostro applauso è per Giulia. Nei giorni in cui non sapevamo se l’avremmo rivista, ho pianto tutte le lacrime di una vita. Ho vissuto uno tsunami che avrebbe potuto annientarmi, ma guardando gli altri miei bambini, Davide ed Elena, ho trovato la forza di andare avanti. Ieri (lunedì, ndr) era il compleanno di Giulia e ho ripensato ai 24 anni vissuti insieme, pieni di gioia. Il dolore mi attraversa ogni giorno, ma non deve isolarmi dalla società”.
Cecchettin ha spiegato che ha cercato “di seguire l’esempio di Giulia aiutando gli altri: da qui è nata la Fondazione e il mio impegno per la cultura del rispetto. Ho capito che l’amore è donare, non possedere, e che bisogna onorare la vita anche nel dolore. Continuerò a cercare la felicità e a diffonderla, per chi non ha potuto viverla pienamente”.
Gino Cecchettin ha risposto anche alle numerose domande del pubblico come quella di Elizabeth Vecchiato,, legate a riflessioni sul patriarcato, alla rabbia, al dolore del babbo e dell’uomo, ma anche se nel suo percorso emotivo si è messo nei panni dell’assassino della figlia e se arriverà a perdonarlo. “Ho cercato di comprendere anche Filippo – ha concluso l’uomo - ma il perdono è un percorso lungo e difficile, segnato dal dolore. Credo che il dialogo in famiglia sia fondamentale per intercettare il malessere, anche se non sempre basta. La rabbia non serve, serve la forza per andare avanti e io l’ho trovata nei miei figli: nonostante tutto, continuo ad amare la vita e a sperare in un futuro migliore”.

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