Siena
Niccolò Giuggioli
Anche tra i sostenitori interisti di Siena, come a Milano e nel resto d’Italia, le ore sembrano più lunghe e il tempo scorre denso d’attesa. È quella sensazione che si prova solo alla vigilia dei grandi eventi. Questa sera, alle ore 21, l’Internazionale scenderà in campo per scrivere – o forse riscrivere – la storia nella finale di Champions League contro il Psg. Un appuntamento che per tanti tifosi vale una stagione intera, forse una bella fetta di vita sportiva, tutti in bilico tra sogno e scaramanzia, tra la speranza che tutto vada come deve e il timore di svegliarsi troppo presto. L’attesa, questa volta, si tocca con mano: si legge nei giornali, si ascolta in tv, ma si respira pure nei bar, si rincorre nei discorsi tra amici per strada, si avverte nei ristoranti e nei pub che a Siena si preparano a una serata fuori dal tempo. Perfino alcune contrade si stanno organizzando con cenini, pizze e tv per vivere insieme la magia di una notte che potrebbe diventare leggenda.
Poi c’è chi, come Jacopo Castagnini, Giovanni Toscano e Francesco Bonelli, non ha voluto rinunciare all’appuntamento con la storia: già da ieri sono a Monaco, biglietti alla mano, impazienti a entrare questa sera nell’Allianz Arena, teatro di sogni e battaglie d’Europa. Nessuna dichiarazione, solo sorrisi e sciarpe strette tra le dita: in queste ore vige la più poetica delle scaramanzie, quella che suggerisce silenzio prima della battaglia. A raggiungerli nella notte sono stati anche Marco e Simone Grandi, e con loro altri senesi come Ugo Venturini, Ettore Tanganelli, Mariaelena Tognaccini, Vasco Rinaldi: partenze all’ultimo minuto, zaini leggeri, maglia di Lautaro e Bastoni e tanta speranza in valigia. C’è chi ha macinato chilometri in macchina, chi ha prenotato voli aerei e chi si è affidato agli Inter Club e ai loro pullman della speranza. La caccia al biglietto, come sempre accade in queste occasioni, è stata un’avventura nella quale in molti si sono riconosciuti. Un’impresa non da poco, con tagliandi divisi in quattro fasce – dai 70 euro delle curve, fino a 950 euro per i posti più esclusivi – e tanti, tantissimi tifosi in cerca di un posto nell’arena dei sogni.
Ma la storia più bella di questa vigilia, forse, è quella di Niccolò Giuggioli, 17 anni. Non potrà essere tra i fortunati sugli spalti di Monaco, però ha trovato un modo tutto suo per ingannare l’attesa: si è immaginato radiocronista di una emittente sportiva, dando voce alla vigilia della partita che sognava di vedere dal vivo: “L’Inter riparte dagli undici eroi che l’hanno guidata in questo straordinario percorso… Musica maestro, Çalhanoğlu è pronto con la bacchetta magica a imporre tempi e armonie di gioco… I respiri dei tifosi andranno pianissimo al ritmo delle giocate dei propri idoli, novanta e passa minuti in cui milioni di cuori batteranno all’unisono sotto i colpi di Barella e Lautaro. Il tempo è fermo, impietrito da settimane in quel di Milano, da Inter-Barcellona 4-3. Una città che rinizierà a respirare solo se la Coppa dalle grandi orecchie ritornerà a casa. Buon calcio a tutti e buona finale, per riscrivere la storia” ha raccontato nel suo microfono dei desideri.
Tutto è pronto per vivere la notte più lunga, sospesa tra scaramanzie e rituali, tra la voglia di crederci e la paura di svegliarsi da un sogno. Da Monaco di Baviera arriveranno emozioni e storie da raccontare, ma anche qui ognuno avrà il suo modo di esserci, di tifare, di sperare. Perché il bello di una finale non è solo il fischio d’inizio, ma tutto ciò che ci sta intorno: l’attesa, le storie, la passione che unisce. E in questa lunga vigilia, in tanti torneranno ragazzi sognando l’impresa. Però si sa: nell’Italia dei campanilismi, per ogni cuore che batte nerazzurro ce n’è almeno un altro pronto a gufare… pure a Siena, dove la vera bandiera resta quella bianconera della Robur, ma stasera pure i più neutrali troveranno un motivo per brindare… o per sfottere l’amico interista al fischio finale.
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