Montalcino
Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio del Brunello
Il Brunello è tornato a fare promozione negli Stati Uniti d’America in occasione dell’evento Vinitaly Usa, che si è svolto a Chicago. Un momento decisamente importante, viste le problematiche vissute dal vino italiano negli ultimi mesi soprattutto a causa dei dazi imposti dal Presidente Donald Trump. “Erano presenti nell’occasione 25 aziende di Brunello - dichiara Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio del Brunello, - abbiamo registrato una buonissima partecipazione. L’evento è importante, ed è rivolto a enoteche e al mondo della ristorazione. L’obiettivo è quello di consolidare la presenza del nostro vino nel mercato statunitense, siamo tutti consapevoli che gli americani amano il Brunello e in generale il vino toscano e italiano”.
L’amore è indubbio, così come la conoscenza del prodotto italiano da parte di una buona fetta della popolazione statunitense. Ma c’è da fare i conti con i dazi del governo a stelle e strisce. Commenta Bartolommei: “Da quando il presidente Trump ha iniziato a parlare della possibilità di mettere dazi si è cominciata a sentire incertezza, che ha pesato sulle esportazioni. Non abbiamo ancora dati definitivi, ma certamente si è registrata una diminuzione nella vendita verso gli Stati Uniti d’America. C’è comunque da sottolineare che quest’annata ha fatto registrare una minore quantità di prodotto rispetto alla scorsa. Nell’ultimo periodo ci sono segnali interessanti e una ripresa delle esportazioni”.
La speranza però rimane sempre la stessa: “Ci auguriamo - dice il presidente del Consorzio del Brunello - che le trattative tra l’Unione Europea e il Governo statunitense possano portare a un risultato positivo, anche con l’eliminazione della barriera commerciale che è stata imposta”.
Si parla della necessità di trovare nuovi mercati, tuttavia l’area americana è storicamente troppo importante per il Brunello e per i vini senesi: “Gli Stati Uniti d’America sono un partner strategico - afferma Bartolommei. - E’ difficilissimo riallocare un terzo della produzione di Brunello, perché di questo stiamo parlando. Non ci sono nel mondo altri mercati così avanzati ed evoluti”.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy