La storia
Il gioco del Lotto in Italia ha origini antiche e affonda le sue radici nel XVI secolo, con una precisa attribuzione alla città di Genova. Nel 1576, il patrizio genovese Benedetto Gentili ideò un sistema di estrazione a sorte che coinvolgeva i nomi di 120 nobili genovesi candidati a rappresentare il Serenissimo Collegio. In quella occasione, si scommetteva su cinque nomi estratti tra questi, dando vita a una forma embrionale del lotto che si diffuse poi in tutta Italia. Originariamente i nominativi venivano inseriti nella cosiddetta "ruota della fortuna", da cui si origina il termine "ruote" usato ancora oggi nel gioco, e con il tempo il numero dei nomi ridotto a 90, che corrispondono ancora ai numeri da giocare nel lotto moderno.
Il Lotto trovò poi una sua consacrazione popolare a Napoli, dove il 9 settembre 1682 avvenne la prima estrazione ufficiale riconosciuta, con la pubblicazione dei numeri 11, 14, 20, 34, 52. Dopo la nascita del Regno d'Italia e l'unificazione, nel 1871 furono scelte otto città italiane (Bari, Firenze, Milano, Palermo, Roma, Torino, Venezia e infine Genova, città della sua nascita) come "ruote" per le estrazioni ufficiali. Il gioco si è mantenuto nel tempo come un rito molto sentito dalla popolazione italiana, tanto da influenzare anche letterati e poeti come Gabriele D’Annunzio, Emilio De Marchi e Matilde Serao, che ne hanno descritto le estrazioni in opere letterarie.
Il successo del Lotto è dunque nato da una pratica di selezione civica trasformata in un gioco di scommesse, divenuto presto un fenomeno sociale e un'istituzione nazionale, con una storia che accompagna l’Italia dalla sua frammentazione medievale fino all’Unità e oltre, mantenendo un ruolo importante nella vita culturale e sociale italiana
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