Siena
Alessio Mazzetti
“Il nostro settore lavorativo dovrebbe essere equiparato agli altri. Il problema è che spesso si pensa che sia una sorta di hobby, e invece tante persone vivono grazie al loro lavoro da istruttore di palestra o in piscina o dell’attività effettuata nelle società sportive”. Il senese Alessio Mazzetti, 47 anni, racconta la sua storia. Da oltre quindici anni lavora come istruttore di fitness: “In questo settore - dice - spesso si lavora con delle collaborazioni, non si hanno ferie o malattia. Pochi diritti e tutele, quindi. Qualcosa è cambiato lo scorso anno, quando per la prima volta è stato siglato un contratto collettivo nazionale di lavoro. Ma siamo ancora molto lontani da una situazione che potremmo definire normale e regolare e da una parificazione con altri settori lavorativi”.
L’allarme era stato lanciato alcuni giorni fa da Duccio Romagnoli, segretario generale del Nidil Cgil di Siena: “Si registrano avanzamenti salariali dopo l’entrata in vigore del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro, ma il divario tra un lavoro diciamo ‘tradizionale’ e quello sportivo rimane elevato. Stiamo parlando di un settore che nella provincia senese vede occupate almeno un migliaio di persone. L’ambito sportivo attrae tanti giovani, il potenziale di crescita del settore è enorme. Qui potrebbero esserci molte opportunità di lavoro. Il problema è culturale, siamo all’anno zero e servirebbe uno scatto in avanti con una parificazione con quelli che vengono ritenuti lavori tradizionali”.
Mazzetti racconta la sua storia: “Lavoravo in un ufficio che però ebbe alcune difficoltà e chiuse. Allora decisi di dedicarmi al mondo sportivo, che era una mia grande passione. Mi sono formato a mie spese, sono diventato istruttore di fitness. Questo da oltre quindici anni è il mio lavoro, con fatica e sacrificio mi guadagno da vivere anche se ho avuto la fortuna di poter fare affidamento pure sulla mia famiglia. Il problema è culturale: in Italia non ci si rende conto di quante persone lavorino in questo settore, che a mio avviso ha delle potenzialità enormi. Si dovrebbe credere e incentivare il settore del benessere, che potrebbe dare lavoro a tante persone ed essere di richiamo anche per i giovani”.
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