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Siena

Agricoltori senesi protestano a Bruxelles

Stefano Coveri è sceso in piazza in Belgio: “L’Europa non deve tagliare i fondi”

Gennaro Groppa

22 Dicembre 2025, 07:35

agricoltori senesi a Bruxelles

E’ andato fino a Bruxelles per protestare contro i paventati tagli dell’Unione Europea al settore agricolo. Stefano Coveri, titolare insieme alla sorella Carla dell’azienda agricola di famiglia, si è recato in Belgio, nel cuore dell’Unione Europea, per manifestare il proprio dissenso verso ciò che sembra delinearsi con la nuova legge di bilancio continentale: il timore è che possano concretizzarsi tagli al settore agricolo. E allora una delegazione della Cia di Siena ha manifestato a Bruxelles insieme a tanti altri colleghi provenienti da vari Paesi del continente.

Nella capitale belga c’erano sette senesi a manifestare. Tra di loro era presente Stefano Coveri, che nella sua azienda a Torrita di Siena produce latte e formaggio.

Dichiara Coveri: “Temiamo il taglio del 20% nei fondi destinati all’agricoltura. Ciò perché l’Unione Europea dovrà mettere più risorse nel famoso riarmo. Io sono scioccato, mi pare una scelta allucinante. Già l’idea di dover utilizzare tanti soldi per potenziare il nostro sistema di difesa mi fa paura. Ma mi chiedo perché a pagare debba essere l’agricoltura”.

Coveri ha mostrato nel corso della manifestazione a Bruxelles il cartello: “Più cibo, meno armi”. Gli agricoltori sono preoccupati, temono di perdere risorse fondamentali per un settore che vive continuamente situazioni di difficoltà. Un settore che però vuole rimarcare la propria rilevanza da un punto di vista economico: “C’è una visione distaccata da quella che è la realtà - dichiara Stefano Coveri. - Il problema è culturale, l’agricoltura non riceve mai l’attenzione che meriterebbe. Nel nostro territorio regionale ci sono settori in forte difficoltà: penso ai cereali, a chi produce olio, mentre negli ultimi anni i prezzi del latte ovino e della carne chianina sono tornati a livelli accettabili. Per l’agricoltura non è un grandissimo momento, diciamo che ci sono luci e ombre”.

Ma i timori per il futuro sono forti: “Tagliare le risorse del 20% potrebbe causare gravi ripercussioni - prosegue Stefano Coveri. - Il settore agricolo corre dei seri rischi, ed è ovvio che potrebbero esserci delle chiusure di aziende. Si pensi poi a quei giovani che possono voler avviare una nuova attività, e per i quali quei fondi sarebbero una boccata di ossigeno importante. L’agricoltura è un presidio del territorio, curiamo i terreni e siamo i custodi dei paesaggi. Il nostro settore è importante da un punto di vista economico e anche sociale. Meritiamo la giusta attenzione”.

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