Siena
Il tempo è quasi scaduto e soluzioni non sono state trovate. Alla fine di ottobre termineranno gli ammortizzatori sociali per la Pay Care, l’azienda di call center che ha la sua sede a San Martino, nel territorio comunale di Monteriggioni. I dipendenti rimasti sono 38: erano in 63 ma in tre anni ben venticinque di loro hanno lasciato l’azienda, alcuni dei quali utilizzando gli incentivi offerti dall’azienda stessa negli ultimi mesi. Il tempo passa senza arrivare a soluzioni positive: e allora la Fim Cisl ha scritto a tutte le parti interessate in questa vicenda per richiedere una nuova, e urgente, riunione del tavolo di crisi regionale: alla quale dovrebbero prendere parte la Regione Toscana, il Comune di Monteriggioni, il Comune di Siena e l’azienda.
I problemi però restano, nonostante che oggi la Pay Care sia assai più magra e più ristretta rispetto a tre anni fa. La prima questione riguarda l’assenza di commesse. In Pay Care si sta lavorando con una commessa arrivata dalla Regione Lombardia, e la cui scadenza è fissata nel prossimo febbraio. Un po’ di lavoro quindi c’è, ma non troppo. Da tempo si parla della ricerca di altre commesse, per dare nuove certezze e stabilità ai lavoratori. La Fim Cisl aveva richiesto anche l’impegno in questo senso da parte di Banca Mps, nella speranza che Rocca Salimbeni potesse dare e offrire un po’ di lavoro ai dipendenti Pay Care. Risposte in tal senso, però, non ne sono arrivate.
Da mesi, inoltre, va avanti anche il lavoro che si riferisce all’ambito delle politiche attive. Enti e istituzioni si sono impegnati a cercare aziende che possano andare ad assorbire alcuni dei dipendenti Pay Care.
Tuttavia, nonostante i vari auspici e gli impegni presi, la situazione continua a essere assai complicata. E non sono state trovate strade che possano garantire un futuro tranquillo e sicuro ai 38 dipendenti che sono rimasti in Pay Care.
Il tempo passa e mancano ora appena quaranta giorni alla fine di ottobre. In quel momento scadranno gli ammortizzatori sociali per i dipendenti del gruppo. Va compreso, quindi, quello che potrà essere lo scenario da novembre in avanti. La Pay Care chiama tutti in causa e cerca di muoversi d’anticipo rispetto a quel frangente. Afferma Giuseppe Cesarano, segretario generale della Fim Cisl di Siena: “Ho scritto all’unità di crisi regionale chiedendo una nuova e urgente riunione del tavolo – dice il sindacalista. – Durante l’estate non si è concretizzato nulla. L’azienda non sta fornendo certezze relativamente a piani e ai programmi per rilanciare il sito. Ormai il nostro è un grido di allarme, tra un mese non si sa quale fine faranno i 38 lavoratori”.
La Fim Cisl si augura di poter tornare ad affrontare la questione il prima possibile. “L’azienda sa bene che a fine ottobre termineranno gli ammortizzatori sociali – dichiara Giuseppe Cesarano. – Si è parlato di tante cose, è stato paventato un programma di formazione per i lavoratori. Noi vogliamo capire e sapere cosa avverrà da novembre in avanti. Chiediamo di poter realizzare un protocollo d’intesa per il sito di Monteriggioni. La solidarietà che è in corso prevede infatti un rilancio al termine del percorso”.
“Le politiche attive – conclude Giuseppe Cesarano – non hanno funzionato. Le istituzioni coinvolte in questo percorso a oggi non hanno offerto spiragli. Il sindaco di Monteriggioni Andrea Frosini è stato quello che si è impegnato e adoperato di più, ora la palla passa alla Regione Toscana. Io resto preoccupatissimo per trentotto famiglie che rischiano di non poter portare più il pane a casa”.
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