Siena
Gianluca Marzucchi
Domenica sindaci e consiglieri comunali del territorio della provincia di Siena voteranno per il nuovo presidente della Provincia di Siena. Due sono i candidati al ruolo di guida dell’ente: Agnese Carletti, esponente del Pd e sindaco di Casciano dei Bagni, e Alessio Serragli, esponente civico ma che riceverà anche il sostegno dei partiti del centrodestra e sindaco di Monticiano. L’ente dunque si rinnoverà, uno dei due candidati subentrerà al presidente uscente David Bussagli.
A votare per le elezioni provinciali ormai da tempo, dopo la riforma Delrio, sono solamente sindaci e consiglieri comunali. Non tutti i cittadini. Ciò per un ente le cui competenze sono state drasticamente tagliate e ridotte ma che restano comunque importanti dato che tra le deleghe della Provincia ci sono ancora strade e scuole. Non poca cosa.
Non manca, tuttavia, la polemica anche in questo caso. Non era mancata, a dire la verità, neppure per la scelta delle candidature, con una parte del Pd della provincia senese che aveva esternato dissenso e malcontento soprattutto per il metodo che era stato utilizzato per la scelta di puntare su Agnese Carletti. Questa volta, invece, la polemica parte da alcuni esponenti civici, che annunciano che non si recheranno domenica alle urne. Si tratta di Gianluca Marzucchi e Adriano Tortorelli, consiglieri comunali del gruppo Polis a Siena, e di Serena Signorini, consigliera comunale di Sovicille. Dichiarano, in una nota, che anche per le elezioni provinciali si dovrebbe tornare a far votare tutti i cittadini, e non solamente gli eletti. Chiamano queste elezioni di secondo livello “un imbroglio” e chiedono dunque una riforma che definiscono assolutamente “necessaria”.
“Questo – scrivono i tre consiglieri comunali del territorio senese – è un caso imbarazzante di riforma abortita. L’amministrazione provinciale conserva funzioni importantissime come trasporti, scuole, strade, nomine ma non è più eletta dai cittadini. È un imbroglio tra i tanti, che allontana i cittadini dalla politica, e i partiti rispondono restringendo il campo della democrazia”.
Proseguono Marzucchi, Tortorelli e Signorini: “Il prossimo presidente sarà nominato dalla direzione provinciale del partito egemone nel territorio. A Siena il Pd, altrove altri partiti nonostante che la loro credibilità sia a livelli ormai bassissimi. Quindi 40 o 50 persone discuteranno la candidatura, e i restanti 260 mila cittadini avranno notizie dai giornali. Tra l’altro la discussione in corso testimonia come i temi che interessano i cittadini della provincia siano completamente assenti dal dibattito che è incentrato sui nomi senza un minimo accenno a idee e programmi. Tornare a una elezione democratica è necessario anche perché i nominati rispondono sempre a chi ha il potere di eleggerli”.
E ancora: “Ma d’altronde la sottrazione di potere non deve stupirci, non è un caso isolato. Abbiamo un parlamento in cui i nominati sono oltre il 60%. E si arriva quasi al 90% se si tiene conto dei collegi elettorali nei quali la prevalenza di un raggruppamento sull’altro è inscalfibile. Senza contare i poteri delle assemblee elettive, enti locali sempre più divorati da un tecnicismo autoreferenziale, che oltretutto non migliora i servizi, come i rifiuti ma non solo, e non contiene neppure i costi. Per queste ragioni – concludono i tre consiglieri comunali – non parteciperemo al voto provinciale, auspicando una riforma necessaria. Oltretutto nessun eletto negli enti locali ha probabilmente richiesto e discusso con i propri sostenitori questa responsabilità. E ciò rende questo sistema di elezione ancora più illegittimo”.
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