Siena
Don Vittorio Giglio, direttore della Caritas di Siena, rivolge un appello alle istituzioni. Chiede di non sottovalutare la questione dei migranti e auspica che vengano trovate, rapidamente, una soluzione e una sistemazione per i pachistani che sono arrivati a Siena nelle ultime settimane.
La situazione relativa ai migranti pachistani a Siena è tornata a essere molto calda. Nelle ultime settimane il loro numero sulle lastre è fortemente cresciuto, e non c’è posto per tutti nonostante che sia stato aperto il nuovo Cas, acronimo che sta per centro di accoglienza straordinaria, a Montalbuccio nel quale c’è posto per 24 persone. Il problema non è di poco conto: molti di loro si erano sistemati al parcheggio Il Duomo, come tanti altri migranti avevano fatto in passato. Trascorrendo quindi le giornate nelle vicinanze della struttura e dormendovi all’interno, riparandosi dal freddo e dalla pioggia (che già caratterizzano le giornate e le notti senesi) con delle coperte.
Nei giorni scorsi le forze dell’ordine hanno fatto irruzione all’interno del parcheggio Il Duomo. Una situazione, questa, che si era già verificata in passato. E hanno fatto uscire dalla struttura i migranti che dormivano all’interno. In tutto si è trattato di una sessantina di persone. Gli stessi migranti, poi, hanno effettuato una protesta davanti alla prefettura, chiedendo nell’occasione la possibilità di avere un letto sul quale dormire. La situazione, come si capisce, è piuttosto esplosiva.
La Caritas ora lancia un appello alle istituzioni. “Prendiamo immediatamente a cuore questo problema e cerchiamo delle soluzioni – dichiara don Vittorio Giglio, direttore della Caritas di Siena. – Non possiamo far dormire queste persone per la strada”.
Afferma ancora don Vittorio Giglio: “La Caritas già ospita 35 migranti, otto dei quali sono nella nostra struttura di Arbia. Siamo al completo e non riusciamo a ospitare altre persone, altrimenti si creerebbero dei problemi da un punto di vista sanitario. È stato aperto il Cas di Montalbuccio, dove sono state accolte 24 persone. Eppure all’interno del parcheggio Il Duomo dormivano nei giorni scorsi una sessantina di persone. Li ho incontrati, ho parlato con loro e li ho visti nel momento della loro protesta davanti alla Prefettura: alcuni di loro li conoscevo, altri non li avevo mai visti e quindi probabilmente posso pensare che siano arrivati a Siena da poco. Non credo però che si tratti di migranti appena sbarcati in Italia”.
La terminologia utilizzata in casi di questo tipo è quella di “migranti territoriali”. Si tratta di persone che sono arrivate in Italia o in Europa da tempo, e che si spostano di città in città o di Paese in Paese. Da capire quindi quale sia la motivazione per la quale siano ora arrivati a Siena. Sono forse amici o familiari di pachistani che erano già presenti sulle lastre? Questa può essere un’ipotesi plausibile. Sta di fatto che 35 migranti sono accolti dalla Caritas, 24 sono nel nuovo Cas a Montalbuccio, altri erano stati già accolti in precedenza in tali strutture. Eppure una sessantina di persone rimangono ancora senza un tetto sotto il quale dormire.
Dichiara don Vittorio Giglio: “Noi diamo un tetto a 35 persone, e diamo un pasto da suor Nevia e dalle suore di San Girolamo, dove è attivo anche il servizio doccia – sono le sue parole. – Sono le istituzioni, poi, a dover risolvere questa situazione. La situazione comincia a essere pesante, anche perché andiamo incontro ai mesi più freddi dell’anno. Noi non permetteremmo mai che i nostri figli e i nostri nipoti dormissero per la strada al freddo. In molti casi si tratta di ragazzi poco più che ventenni, mi piange il cuore a vederli in queste condizioni. Quindi dobbiamo fare qualcosa, e spero che il tavolo con le istituzioni possa riunirsi quanto prima per parlare della situazione. Serve una riflessione seria, deve essere concessa loro una condizione dignitosa, quindi la possibilità di mangiare, bere e lavarsi”. E sul fatto che i migranti pachistani sono stati fatti uscire dal parcheggio Il Duomo don Vittorio Giglio afferma e commenta così: “Se vengono fatti andare via da quel parcheggio andranno da un’altra parte, magari in un altro parcheggio. Non è che queste persone si volatilizzano. Va trovata una soluzione”.
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