Siena
Nel sito senese di Beko non si era mai lavorato così poco. Quello che verrà toccato a novembre sarà purtroppo un nuovo e triste record negativo in questo senso. I lavoratori saranno nello stabilimento senese e produrranno solamente per sette giorni in un mese. Non era mai successo.
La situazione, quindi, continua a essere veramente negativa per i trecento dipendenti senesi della multinazionale turca. Che si auguravano di poter migliorare la loro condizione al momento del passaggio da Whirlpool ad Arcelik: invece non solamente ciò non è avvenuto, ma la preoccupazione relativamente a quel che potrà avvenire in futuro è aumentata ancor di più. “I lavoratori sono stanchi di questa situazione – commenta Daniela Miniero, segretario generale della Fiom Cgil di Siena – e questa stanchezza può sfociare in rassegnazione o in rabbia. Noi ribadiamo da tempo che in questa vicenda si corre un rilevante rischio sociale. La situazione continua a peggiorare. Se l’azienda non realizzerà degli interventi seri non ci potranno essere miglioramenti”.
Sembrano veramente lontani i momenti post Covid. Quando all’improvviso (lo stabilimento faceva ancora parte della Whirlpool) la richiesta di congelatori crebbe e arrivarono tanti ordini e molte commesse in viale Toselli. Addirittura il sito senese della multinazionale (allora a guida statunitense) fu tra i primi in assoluto a riaprire dopo il lockdown. C’era fretta di produrre perché le richieste erano importanti.
La fase di ripresa è però durata assai poco. E la discesa poi è stata vertiginosa, fino alla continua cassa integrazione vissuta dai lavoratori negli ultimi mesi. Nel mezzo c’è stata la lunga trattativa e il passaggio di proprietà da Whirlpool ad Arcelik. A novembre, adesso, verrà toccato il record negativo nello stabilimento senese di viale Toselli: i lavoratori faranno nove giorni di cassa integrazione mentre per altri quattro giorni il sito sarà chiuso. E d’altronde mancano gli ordini, non c’è bisogno di produrre.
Questi i numeri: nel 2022 in viale Toselli sono stati prodotti 424 mila pezzi, nel 2023 ne sono stati prodotti 311 mila e la previsione per quest’anno (fornita in estate dall’azienda) è di 263 mila pezzi. La contrazione è forte, la diminuzione è netta e costante.
E ancora non è noto quando la multinazionale accetterà di tornare a incontrare i sindacati nel tavolo ministeriale a Roma. Il primo incontro di questo tipo si è tenuto a giugno, in quel momento l’azienda si era detta pronta a tornare a incontrare le parti sociali a settembre. Siamo invece ormai arrivati quasi alla fine di ottobre e non solo un incontro non c’è stato, ma non è stato neanche calendarizzato nonostante le continue richieste delle parti sociali. Il tutto mentre Beko deve ancora presentare il proprio piano industriale: ciò nonostante il gruppo turco ha chiuso tre stabilimenti in Europa (due in Polonia e uno nel Regno Unito).
Giovedì mattina, intanto, si terrà un nuovo incontro in Regione Toscana. In quella circostanza l’ente regionale firmerà un accordo con i sindacati, in base al quale metterà a disposizione un milione di euro per la formazione e per l’aggiornamento dei trecento lavoratori senesi di Beko. Dichiara Daniela Miniero: “Verrà firmato un accordo di progetto che vuole anche essere una sfida – dice il segretario generale della Fiom Cgil di Siena. – La Regione Toscana metterà infatti a disposizione un milione di euro per aggiornare le professionalità dei lavoratori. A quel punto Beko dovrà dire come utilizzare quelle risorse. Dalle risposte del gruppo capiremo qualcosa in più sulle volontà di intervenire. Il governo nazionale continua a non fissare alcuna data per la riunione al tavolo ministeriale. Eppure il sottosegretario Fausta Bergamotto si era presa l’impegno di convocare un nuovo incontro prima entro settembre e poi entro la fine di ottobre. Non vorrei che si fosse presa un impegno che non è poi capace di mantenere”.
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