Siena
Scoppia il caso del museo del Palio, progetto rilanciato nel 2016 dal sindaco Bruno Valentini, a lungo discusso con varie proposte anche sotto Luigi De Mossi, infine bocciato drasticamente dall'attuale primo cittadino Nicoletta Fabio: "Fino a che ci sarò io, non si fa", ha garantito. I motivi principali sono tre: mancanza di spazi, di disponibilità economica e, infine, l'impressione che cristallizzare la Festa significa snaturarla della vitalità che ne è la forza principale. C'è chi, come Gabriella Piccinni, approva la scelta della Fabio ("Come senese - si affretta a precisare - e non come esponente del Pd") e chi storce la bocca. Come il già citato Valentini.
"Sono sconcertato da questa marcia indietro" scrive sul suo Facebook. E ribatte ai tre punti dolenti: "I costi: basterebbe affidarsi ad un project financing dove un soggetto esterno realizza il progetto comunale e rientra con una provvigione sui biglietti. I locali: il luogo ideale ci era sempre sembrato l'attuale spazio dedicato ai costumi ed una parte dei Magazzini del Sale, ma soluzioni alternative non mancano in città. Il dilemma della museificazione di una festa «viva»: il problema è come spiegare a migliaia di turisti cosa è veramente la nostra Festa, soprattutto fuori dei giorni del Palio. E se non lo facciamo noi, lo fanno altri e male".
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