Siena
Elon Musk
Elon Musk stregato dal territorio senese. E, più nello specifico, dal castello di Bibbiano, nel territorio comunale di Buonconvento. Secondo quanto scrive Il Tirreno, il tycoon sudafricano è interessato all’acquisto della nota tenuta nel territorio senese, da lui visitata nel novembre scorso quando Musk è stato in vacanza in Toscana. Durante questo viaggio, Musk avrebbe anche sviluppato alcune idee che potrebbero trasformarsi in progetti imprenditoriali relativamente all’universo dell’energia rinnovabile.
L'insediamento fortificato di Bibbiano è presente almeno dall’850, proprietà del conte longobardo Guinigi di Reghinari, legato imperiale al tempo di Ludovico II. Il nome Bibbiano deriva da 'Bibbio' (in latino bibianum), uccello acquatico simile all’anatra del quale erano ricche queste terre chiamato anche Fischione. Proprietà dei Guiglieschi, nel 1051 l’imperatore Arrigo III lo consegnò alla protezione dell’Abbazia di Sant’Antimo. Poi Bibbiano passò ai conti Cacciaconti che nel 1197 lo donarono alla Repubblica Senese che provvedette al rinforzamento delle strutture. Ulteriori aggiunte e restauri furono portati avanti nel 1338 e nel 1400. In questo periodo fu ospite del castello Pietro Lorenzetti dipingendo qui la sua ultima opera, l’Annunciazione.
Più volte danneggiato, all’inizio del XVI secolo il complesso fu acquistato dal cardinale Raffaello Petrucci che lo fece restaurare da Baldassarre Peruzzi il quale dipinse una splendida Madonna proprio nella cappella del castello. Altri importanti passaggi portarono Bibbiano prima nelle mani dei Borghese, dei Chigi e dei Malavolti di Siena. Nell’ultimo secolo il castello fu dichiarato monumento nazionale (1922). Anche oggi il castello è proprietà privata, parte di una vasta azienda agario-vinicola purtroppo in stato di abbandono.
Nonostante sia stato usato più come residenza che come fortilizio, Bibbiano si presenta ancora oggi nel suo fiero aspetto di castello medievale, un massiccio quadrilatero cinto da fossato, la porta principale dotata di ponte levatoio, due cinte murarie con feritoie, camminamento di ronda e gran parte della merlatura guelfa intatta, due torrette d’angolo con apparato difensivo a sporgere su beccatelli in pietra. E’ visitabile solo dall’esterno.
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