san gimignano
A Ranza i problemi continuano a essere evidenti
Tenere le maglie strette nel carcere di Ranza è sempre più complicato. I detenuti sfruttano ogni mezzo per filtrare all’interno del penitenziario oggetti proibiti.
Possono essere sostanze stupefacenti, come nel caso del pacchetto rinvenuto sabato, o telefoni cellulari.
Gli stratagemmi sono molteplici. C’è chi si fa lasciare il materiale sui muri esterni e chi sfrutta il “progetto orto” per farseli lanciare in una determinata area.
Spesso i controlli riescono a intercettare i pacchi, ma la garanzia che tutto ciò che proviene dall’esterno sia schermato, non c’è. E trattandosi di una struttura di massima sicurezza, le conseguenze possono essere serie.
Lo provano ogni giorno sulla loro pelle gli agenti che sono in servizio a San Gimignano. “Noi come personale ci mettiamo tutto il nostro impegno, ma siamo pochi rispetto a ciò che dovremmo fare. Quindi siamo in una situazione un po' critica, perché un conto è se un telefonino entra qua dentro, un altro è se lo fa in una circondariale”, rilevano dalla Uilpa.
Il sindacato, a scanso di equivoci, fa una premessa: “Siamo favorevoli ai progetti che possono intrattenere e rieducare detenuti con pene alte come quelli presenti a Ranza; progetti che però spesso non sono accompagnati dall’adeguata presenza di personale che dovrebbe garantire il sereno svolgimento delle attività di trattamento, causa l’esiguo numero di personale assegnato in sede”.
Tradotto in numeri, il penitenziario può contare su circa 150 agenti in servizio. Dovrebbero essere 220. I detenuti presenti sono 320.
“A un occhio esterno il rapporto di uno a due potrebbe non dire un granché - proseguono dalla Uilpa -. La realtà però è differente, perché i posti di servizio sono tanti, quindi può capitare che i colleghi si ritrovino a gestire da soli la sera 80-120 detenuti”.
Se la carenza di personale è il primo dei problemi, non è comunque l’unico. Manca un comandante, che è il responsabile della sicurezza. “Sono ormai due anni che non c’è. Per un istituto di alta sicurezza è difficile andare avanti - fanno notare dal sindacato -. Ci sono delle figure in missione che passano da qui un mese o due, ma possono fare poco. Appena iniziano a capire come muoversi, passano ad altra sede. Ciò va a scapito degli agenti, mentre rappresenta un favore per i detenuti”.
Di fronte a queste difficoltà, la Uilpa non può fare a meno di rivogere “un plauso va quindi fatto agli agenti della polizia penitenziaria, che in ogni posto di servizio ricoperto, danno un fondamentale contributo per non abbassare il livello di sicurezza dell’istituto, nonostante turni massacranti”.
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