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Siena

Il Bruco restaura tre tabernacoli e ne prepara uno nuovo

Presentato il progetto di recupero socio-culturale dei tabernacoli storici, con il sostegno della Fondazione Mps, che mira a valorizzare il patrimonio artistico della contrada e della città di Siena.

Andrea Bianchi Sugarelli

30 Marzo 2025, 15:30

Il Bruco restaura tre tabernacoli e ne prepara uno nuovo

Tradizione e futuro. La Nobil contrada del Bruco pronta a restaurare tre storici tabernacoli presenti nel rione e a darne vita a uno del tutto nuovo in piazza d’Ovile. L’importante progetto, che rientra nell’ambito dell’avviso Let’s Art con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, è stato presentato venerdì sera nel museo di via del Comune, alla presenza di Luca Vannini, rettore facente funzioni del Bruco; Massimo Betti, vicario della contrada; Carlo Rossi, presidente della Fondazione Mps; l’artista e docente di storia dell'arte Rita Petti; il cultore delle storie di Siena Alessandro Leoncini e la storica dell’arte Chiara Nencini, autori del libro "Maria Mater Gratie. La festa dei tabernacoli".

Il progetto del Bruco, intitolato “Tabernacoli antichi e tabernacoli moderni, segno e testimonianza della tradizione popolare senese”, prevede il restauro e il recupero socio-culturale di tre opere artistiche del XIX e XX secolo: l'Incoronazione con i Santi di San Bernardino e Caterina da Siena in via del Comune; la Madonna con Bambino in via dell’Abbadia; e la Madonna con Bambino in via degli Orti, all'incrocio con via di Mezzo.

La realizzazione del piano di restauro e della creazione del nuovo tabernacolo è attualmente in fase di sviluppo tramite un tavolo tecnico dedicato. Al termine di queste attività, è previsto un evento inaugurale per presentare le opere restaurate e verrà anche pubblicata una speciale pubblicazione sui lavori effettuati.

Durante la serata, Vannini ha espresso il suo apprezzamento per la numerosa partecipazione di contradaioli, ospiti e giornalisti, sottolineando l’importanza dell’iniziativa per la contrada. Il vicario Massimo Betti ha evidenziato: “Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto. Grazie alla Fondazione Mps, che non ha solo fornito un contributo, ma ci ha anche spinto a riflettere in modo diverso sulle attività e sui finanziamenti dei beni storici. In questa importante esperienza, il processo di confronto è stato fondamentale per scoprire tante particolarità dei tabernacoli. Questo ha trasformato il bene artistico in un bene comune del rione e della città, diventando un simbolo identitario legato al nostro territorio. Inoltre, stiamo considerando un nuovo tabernacolo da collocare in Piazza d'Ovile, un luogo che il Bruco vive, dove è giusto tentare di unire tradizione e contemporaneità”, ha dichiarato.

Riccardo Pagni, assessore al bilancio e contradaiolo del Bruco, ha portato i saluti del sindaco Nicoletta Fabio, affermando: “Desidero esprimere la mia gratitudine alla Fondazione Mps, che contribuisce ad accrescere il patrimonio della nostra città. Siena deve essere vista non solo come un luogo di tradizione, ma anche come un centro in grado di esprimere arte pure in futuro. Questo incentivo rappresenta un contributo di cui beneficerà non solo il Bruco, ma l’intera città. Ringrazio Rita Petti per il suo bellissimo Palio che custodiamo qui nel Museo e sono certo porterà un nuovo, bellissimo ornamento con il suo tabernacolo”.

Carlo Rossi, presidente della Fondazione Mps, ha ricordato l'importanza del bando Let’s Art: “Fa parte di un percorso iniziato prima del 2021. Dopo alcuni anni difficili per la Fondazione, ci siamo interrogati su cosa potesse accadere alle nostre opere e abbiamo ideato questo bando, che prevede anche formazione per la ricerca di fondi e strumenti per accedere a risorse. L’iniziativa ha suscitato molto interesse tra i giovani e ha portato a iniziative di coinvolgimento. Ci ha fatto molto piacere perché la Fondazione non vuole più essere solo un’erogatrice di risorse, ma strumento di crescita. Abbiamo incrementato il nostro stanziamento per Let’sArt da 100.000 euro a quasi un milione, con un nuovo bando che scade ad aprile, in cui metteremo a disposizione 350.000 euro. Il finanziamento può coprire fino al 50%. Con questi strumenti, è possibile mettere insieme sinergie e idee importanti per la comunità”.

Chiara Nencini, storica dell’arte, ha descritto i tabernacoli: “Quello di via del Comune ha una struttura seicentesca, riconoscibile dai mascheroni, tipici di quell'epoca. Probabilmente ospitava un affresco ora scomparso. L'attuale opera è il risultato di un lavoro a due mani, affidato prima a Bruno Marzi nel 1954 e poi a don Francesco Lorenzini negli anni '70, che ha ridipinto l’opera con il permesso di Marzi. Il secondo tabernacolo, in via degli Orti, risale alla metà dell'800 e presenta un modello scultoreo che voleva replicare la terracotta invetriata”.

Alessandro Leoncini ha catturato l’attenzione del pubblico raccontando anche altri aneddoti intorno al tabernacolo di via dell’Abbadia “realizzato da Ettore Cortigiani, un artigiano poco conosciuto, compagno di Patrizio Fracassi, Corsini e Bianconi. Cortigiani, per arrotondare il suo stipendio, lavorava con il marmo delle latrine delle case private, trasformando materiali di scarto in opere d’arte, nello stile rinascimentale. Tanti americani hanno comprato i suoi falsi. La sua bravura artigiana e la sua fantasia illimitata sono evidenti nella sua scultura”.

Infine, l’artista Rita Petti ha condiviso la sua visione: “Per me è un’esperienza appassionante. Siamo all’inizio di un percorso, ma c’è un rapporto autentico con il Bruco. Che significato ha oggi un nuovo tabernacolo nel territorio contradaiolo? Rappresenta qualcosa di più di una semplice opera d’arte; è un luogo di sospensione e meditazione, dove è possibile sentirsi soli e al tempo stesso parte di un collettivo. Nelle contrade ci si sente sempre uniti, e con tutti noi sono presenti anche coloro che non ci sono più. Un nuovo tabernacolo può essere un luogo per credenti e laici, permettendoci di restare sempre connessi. Lo spazio che la contrada ha individuato è molto bello, e per me sarà importante unire tutto ciò e far diventare quel luogo uno spazio vero di comunità”.

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