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Siena

Aceto, Penna Nera, Diavolo: semplicemente il leggendario Re Andrea

Il re del Palio compie 82 anni e il record di di vittorie sul Campo è ancora suo

Marco Decandia

01 Maggio 2025, 21:52

aceto andrea degortes

Ottantadue candeline su cui ha soffiato oggi (1 maggio 2025) e un nome inciso nella leggenda: Andrea Degortes, per tutti Aceto. Anche se la storia del Palio racconta che, con le attuali norme che impediscono il cambio di soprannome dopo la prima segnatura, quella del debutto, il fantino dei record (14 vittorie sul tufo, nessuna col cavallo scosso) un posto nell'Olimpo avrebbe potuto guadagnarselo con una diversa denominazione. Quale? Il più esotico e suggestivo Penna Nera. E siccome il nostro eroe è sempre stato un amante degli eccessi, gira il mito che sia stato anche Diavolo.

Il punto interrogativo resta vivo ancora oggi, come le polemiche e le passioni che solo il Palio sa generare. Le fonti divergono e, come spesso accade a Siena, ognuno ha la propria verità. Proviamo ad affidarci agli storici e studiosi della Festa. Secondo Luca Luchini, nella sua autorevole biografia Aceto, Re del Palio, tutto iniziò con Penna Nera, nomignolo dato al giovane sardo per i tratti fieri che ricordavano quelli di un apache, un sioux, un guerriero nativo d’America. Per la sua prima apparizione assoluta, nel luglio 1964 col giubbetto del Bruco sul debuttante Olimpico (un barbero dal nome che richiamava già le divinità greche: vedi a volte i casi della vita...), dunque, secondo questo filone si puntò su un appellativo poetico, nato nelle prime corse in provincia, che avrebbe avuto la meglio su Specchio, altro tentativo (questo sì più ironico) del Sor Ettore Fontani, che prendeva spunto dalla sua vanità di specchiarsi spesso. Ma per Luchini, Penna Nera fu solo una meteora. A imporsi fu Aceto, un soprannome già noto nei circuiti ippici romani, nato da episodi movimentati e dal carattere pungente di Degortes. Nome forte, netto, destinato a segnare un'epoca.

Sergio Profeti, invece, rovescia la cronologia. Per lui fu Aceto fin dal debutto, e solo in seguito, dopo le prime gloriose carriere con l’Oca, comparvero le varianti: Penna Nera, usato talvolta, e persino Diavolo, fugacemente assegnato nell'agosto 1969 con il Montone. Anche i documenti contradaioli riflettono questa alternanza affascinante. Alla sua prima vittoria, nel luglio 1965 con l’Aquila, il Numero unico titolava ironicamente: Aceto... e olio. Ma ecco che tre anni dopo, nel 1968, l’Oca lo celebrava nel sonetto come Penna Nera, accanto alla cavallina Livietta. Eppure, nello stesso Numero unico, lo si chiamava semplicemente Andrea, e negli elenchi delle vittorie tornava il nome destinato a restare: Aceto. Con l’avvento degli anni Settanta, ogni dubbio svanì. Penna Nera divenne solo un ricordo per pochi appassionati, un’annotazione a margine. Sul Campo e nei cuori dei senesi, fu Aceto a imporsi. Un nome che non era solo un soprannome, ma un marchio di dominio. Una voce graffiante, uno sguardo bruciante, un destino segnato dal tufo.

Oggi, nel celebrare i suoi 82 anni, Siena si stringe attorno a una figura che è diventata mito. E forse il vero punto non è più come è stato chiamato. Penna Nera, Diavolo o Aceto: Andrea Degortes ha saputo incarnare tutte queste anime. Guerriero, ribelle, vincente. Per sempre.

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