SIENA
L'artista insieme alla curatrice Raphaelle Blanga e il presidente della Fondazione Sms Cristiano Leone
Un viaggio meraviglioso nei 18 mila metri quadrati di cantiere che rappresentano la grande sfida del futuro del Santa Maria della Scala e del Cda della Fondazione.
Ma anche un'immersione totale in anteprima della attesissima mostra di Jacob Hashimoto che aprirà domani. Il presidente dell’antico Spedale, Cristiano Leone, la direttrice Chiara Valdambrini e l’architetto Luca Molinari, hanno annunciato il piano di indirizzo architettonico per il futuro masterplan del Complesso: “Un organismo vivente che saprà accogliere altri organismi viventi per proiettare il Santa Maria nel futuro. Una casa della comunità senese che abbiamo dovuto riprogettare rispetto alle idee di mezzo secolo fa”, ha detto un entusiasta Leone.
La rivoluzione architettonica punta a restituire al complesso la sua centralità urbana: la collaborazione con studi internazionali come Lan Architecture, Odile Decq e Hannes Peer consentirà di ripensare aree strategiche, in armonia con la storia e con lo spazio pubblico cittadino: “Il progetto di riqualificazione riguarda sia la museografia sia gli spazi. Non è una scelta semplice: la famosa identità si è persa nel tempo. Il piano Canali fu lungimirante, ma oggi alcune scelte sono superate. Per noi, il primo principio resta la conservazione del luogo, senza stravolgerlo”, ha sottolineato Leone.
“La città conta 52 mila abitanti e il Santa Maria mette a disposizione 38 mila metri quadrati di spazi. Il museo è un organismo vivente, in continua evoluzione: oggi è una casa della comunità, sia locale che internazionale”, ha aggiunto l’architetto Molinari. Tra gli interventi previsti una serie di pannelli all’esterno, installati nel giro di un mese, mentre in prospettiva c’è la volontà di realizzare un auditorium.
In questa cornice si inserisce la mostra “Path to the Sky” di Jacob Hashimoto, visitabile da domani fino al 30 settembre 2025. L’installazione site-specific nella “Corticella”, una nuvola fluttuante di migliaia di aquiloni in carta giapponese, trasforma lo spazio in un ponte tra terra e cielo: “Per me è stata un’illuminazione immediata. L’arte di Jacob esprime accoglienza in modo umano e spirituale”, ha raccontato la curatrice Raphaëlle Blanga.
“Sono molto felice: gli spazi così ampi offrono un’opportunità unica di dialogare con l’architettura, tra interno ed esterno, che è anche la storia di Siena”, ha evidenziato Hashimoto. La mostra inaugura un nuovo dialogo tra passato e presente, visione e futuro. Il Santa Maria della Scala ha iniziato il suo viaggio.
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