SIENA
Il dibattito sull'aeroporto di Ampugnano è simile a una marea. Si alza e si abbassa di intensità a seconda del periodo o dei politici di turno. In questo settimane è il rumore di fondo attorno allo scalo è di nuovo alto.
Da una parte gli imprenditori e l'assessore Enrico Tucci. Dall'altra l'amministrazione guidata da Giuseppe Gugliotti e il comitato che si oppone all'ampliamento. Nel mezzo Stefano Scaramelli, che ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte. Così, se la componente economica spinge per far riprendere quota all'infrastruttura, prospettando benefici economici per il territorio, l'assessore rilancia la necessità di renderlo operativo in modo da limitare l'isolamento di Siena.
Affermazioni che per il primo cittadino di Sovicille non corrispondono al vero e in ogni caso serve prima un confronto con la comunità. Nonostante una chiusura verso la possibilità di rivedere i piani per l'aeroporto, Gugliotti sottolinea una certa connessione per le proposte di Scaramelli.
Il vicepresidente del Consiglio regionale sul tema è chiaro: "Non può essere un aeroporto commerciale, ma può servire per i voli business, perché nel centro Italia non c'è nessuno che svolge questo servizio, a parte Perugia". C'è di più perché il capogruppo di Italia Viva chiede alla Regione di avere maggiore coraggio su Toscana Aeroporti e di includere nella gestione della società anche Ampugnano insieme a Firenze e Pisa.
Parole al miele per il comitato civico. "L'intervento del vicepresidente decaramelli potrebbe davvero aprire nuove prospettive per l'aeroporto di Ampugnano. Il suo auspicio per il confronto e il coinvolgimento più ampio possibile sul tema aeroportuale, a partire dal mondo della categorie, delle imprese, gli imprenditori locali e delle parti sociali, non può non trovarci d'accordo. Noi questo confronto lo abbiamo sempre caldeggiato anche perché riteniamo sia l'unico modo per fare chiarezza una volta per tutte sulle prospettive possibili per Ampugnano".
Resta da capire quali possono essere, perché anche Enac Servizi, che se ne deve occupare, per ora non si è mossa, pur dicendosi disponibile a un riammodernamento della struttura. Con strade e ferrovie che fanno acqua da tutte le parti, costringendo il territorio a vivere in una bolla, i cieli non possono essere la risposta per il cittadino comune. Almeno su questo, dopo un ventennio inconcludente, non ci dovrebbe essere dibattito.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy