SIENA
Interventi in corso nel polo San Niccoò
Impalcature e reti protettive per adesso nascondono il futuro. Siena però entro il 2027 si potrebbe fregiare di due poli dedicati alla sanità territoriale.
Il primo è per certi versi ancora un rebus, l’edificio in viale Sardegna, anche se dall’Asl sono convinti che il prossimo anno sarà risolto. L’altro è il polo del San Niccolò, dove i cantieri sono attivi da tempo e tappa dopo tappa nel prossimo biennio dovrebbero essere conclusi.
Per arrivare alla metà sono stati messi sul piatto della bilancio oltre 10 milioni di euro, tra Pnrr e fondi ex articolo 20. Risorse che dovrebbero essere trasformate in 30 posti nell’ospedale di comunità e 10 nell’hospice. Si tratta di due interventi distinti, in quanto 20 letti fanno parte del presidio ospedaliero realizzato nell’ex centro Chiarugi, che dovrebbe essere terminato entro la primavera 2026. Gli altri fanno parte dell’hospice, che ha la linea del traguardo posta sul 2027.
A mesi, non appena saranno terminati tutti gli allacci, sarà invece inaugurato il Centro di salute mentale, nell’ex edificio Krapelin. In pratica prenderà vita un distretto di salute integrata, che come ha spiegato l’assessore regionale Simone Bezzini “insieme al masterplan dell’Aou Senese, contribuirà a rafforzare e innovare la sanità senese, rendendola sempre più vicina alle persone”.
Il titolare della salute toscana ha accompagnato in visita alle strutture il nuovo direttore dell’Asl Marco Torre. L’occasione per incontrare i professionisti e svolgere una serie di sopralluoghi nella Cot Senese e aziendale e nell’edificio ex Lodoli, dove sono posti l’area amministrativa della Centrale 118 Siena-Grosseto e il servizio di Medicina legale. “In questa area si trova una concentrazione fondamentale per la sanità territoriale – ha sottolineato Torre – Questa rappresenta la sfida del prossimo futuro, anche per quanto riguarda gli investimenti in ambito digitale. Voglio evidenziare il ruolo della Cot, che fa coordinamento a tutte le altre, da Grosseto fino ad Arezzo. Ha una forte tradizione, perché nasce in realtà nel 2016 come centro di cronicità. Ho visto una fortissima integrazione multiprofessionale che fa da regista per la rete ospedale-territorio, ma dovrà farlo sempre di più anche per la rete che dal territorio va verso l’ospedale e per quella territorio-territorio”.
Se le strutture stanno prendendo forma, non possono essere lasciati indietro gli investimenti sul capitale umano. “E’ una tema che riguarda tutte le regioni – ha precisato Bezzini -. La Toscana a differenza di altre non parte da zero. C’è un nuovo modello di assistenza territoriale che va implementato. Perciò abbiamo avanzato delle richieste al governo. Quindi aspettiamo un segnale da Roma. E’ necessario mettere a disposizione risorse sul Fondo sanitario nazionale e modificare i tetti di spesa per il personale”.
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