Chianciano Terme
tribunale di Siena
Doppio appuntamento tra oggi e domani al Tribunale di Siena per degli importanti passaggi di due delicati processi riguardanti altrettanti casi di presunta violenza sessuale. Questa mattina al palazzo di giustizia di via Franci, si torna in aula per la vicenda che riguarda i due giovani schermidori di 20 e 22 anni accusati dello stupro di gruppo su una schermitrice straniera 18enne, di origine uzbeka, abusata secondo la sua denuncia, durante un raduno internazionale a Chianciano Terme, tra il 4 e 5 agosto 2023. La richiesta di procedere con rito abbreviato, avanzata dai legali dei due atleti nell’ultima udienza ad inizio febbraio, è stata accolta dal gup Andrea Grandinetti, che ha fissato la discussione del rito, un abbreviato secco, per il 17 giugno. Oggi si terrà un’udienza di passaggio davanti al giudice per discutere invece di un’altra richiesta formulata dalle difese dei due schermidori italiani, quella di accesso alla giustizia riparativa, possibilità che concede la nuova riforma Cartabia e potrebbe comportare uno sconto di pena. Nel procedimento sono entrati come parti civili i familiari della giovane, al tempo dei presunti fatti minore, e il Comune di Chianciano Terme, che in caso di ottenimento di risarcimento destinerà la somma a favore di attività di associazioni culturali e sportive locali.
Domani invece si concluderà, salvo rinvii, il procedimento stralcio sul caso di un altro presunto stupro di gruppo, quello che ha riguardato una studentessa dell'Università di Siena e che sarebbe avvenuto in una casa del centro di Siena tra il 30 e il 31 maggio 2021. Nell’ultima udienza a fine gennaio, la Procura ha chiesto sei anni e quattro mesi di condanna per l’imputato, Alessandro Cappiello. Il verdetto del collegio presieduto da Fabio Frangini arriverà dopo le eventuali repliche del pubblico ministero alle difese, quando i giudici si riuniranno in camera di consiglio per prendere la decisione. Cappiello è coinvolto nella nota vicenda insieme al calciatore Manolo Portanova, allo zio di lui Alessio Langella e a un ragazzo minore al momento dei fatti. Portanova e Langella erano stati già giudicati con il rito abbreviato nel dicembre 2023, venendo condannati a sei anni dal gup Ilaria Cornetti, secondo la quale il rapporto di gruppo al centro del procedimento non sarebbe stato consenziente e messo in atto nonostante un “dissenso inequivocabile” espresso dalla ragazza. Il processo a carico dei due giovani si aggiornerà in Corte di Appello, per il secondo grado, ad inizio novembre.
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