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Siena

Torture a Ranza, confermate 15 condanne

La sentenza sul caso relativo alle violenze in carcere ai danni di un detenuto tunisino

Claudio Coli

04 Aprile 2025, 08:30

Torture a Ranza, confermate 15 condanne

Sono state confermate tutte le condanne, anche se cinque imputati hanno avuto uno sconto di pena. Questo l’esito del processo in Corte di Appello di Firenze sul caso del pestaggio di un detenuto tunisino nell'ottobre 2018 durante un trasferimento di cella al carcere di Ranza (San Gimignano), che vede coinvolti 15 agenti di Polizia Penitenziaria accusati a vario titolo di tortura e lesioni. I giudici fiorentini hanno confermato il reato di tortura, che era stato per la prima volta contestato in Italia al tribunale senese in maniera autonoma a degli appartenenti alle forze dell’ordine. I ricorsi degli imputati erano stati riuniti dal momento che dieci di loro erano stati giudicati con rito abbreviato, mentre altri cinque avevano scelto di proseguire per l’ordinario.

Per i dieci agenti andati per l’abbreviato nessuno sconto di pena, sono state confermate in blocco le pene da 2 anni a 3 mesi fino ai 2 anni e 8 mesi, per tortura e lesioni aggravate, già comminate a Siena nel febbraio 2021. Ridotte invece le pene per i cinque operatori andati per l’ordinario e accusati a vario titolo, di tortura, falso e minaccia aggravata, come da richiesta della Procura Generale: dalle pene tra i 5 e 6 anni inflitte in primo grado nel marzo 2023, si è scesi a 4 anni e 1 e 2 mesi per tre elementi, gli agenti più alti in grado, e a 4 anni per un agente e 3 anni e 8 mesi per un altro. Nonostante la riduzione ottenuta non sono soddisfatte le difese degli agenti di custodia che chiedevano la riqualificazione del reato di tortura. I difensori attenderanno il deposito delle motivazioni e proporranno poi ricorso in Cassazione, anche perché per tre soggetti è stata superata la soglia dei quattro anni che in caso di pena definitiva può significare la pena detentiva. “Le condotte – commenta l’avvocato Manfredi Biotti, difensore di alcune posizioni - non sono contestabili come tortura, non c’è mai stata, combatteremo fino all’ultimo grado e proporremo ricorso in Cassazione. Ci sono stati episodi ben più gravi in altre parti d’Italia non ritenuti come torture, questo è invece un fatto di lieve entità sfociato in tortura”.

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