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Inchiesta Esselunga: disposte due archiviazioni

Si chiude l’iter giudiziario per Alessandro Nannini e Mario Terrosi mentre l’indagine è vicina alla conclusione

Claudio Coli

05 Aprile 2025, 04:30

cantiere Esselunga Siena

L'immobile sotto sequestro dallo scorso settembre

Si avvicina alla conclusione l’inchiesta della Procura di Siena sulla costruzione del supermercato Esselunga di via Massetana Romana.
Il cantiere, sequestrato nel settembre 2024, doveva ospitare una struttura commerciale da oltre 100 dipendenti e due sale cinematografiche. Mancano gli ultimi dettagli e presto sarà notificato l’avviso di conclusione delle indagini 415 bis: sfoltiti alcuni reati minori, si procede con l’ipotesi di abuso edilizio e lottizzazione abusiva nei confronti di otto persone. Nel frattempo, due posizioni sono state archiviate, quella di Alessandro Nannini (l’ex pilota fratello di Gianna era a capo di un gruppo proprietario del terreno su cui sorge il cantiere, ceduto a Esselunga) e dell’architetto Mario Terrosi, entrambi difesi dall’avvocato Fabio Pisillo.
I due soggetti sono stati riconosciuti dal pm Siro De Flammineis e dal giudice per le indagini preliminari totalmente estranei ai fatti contestati di lottizzazione abusiva. Soddisfatto per l’esito l'avvocato Pisillo, “tale da aver evitato anche il processo”, ha dichiarato. Restano in piedi le indagini preliminari su altri otto soggetti, indagati a vario titolo. Si attende adesso la chiusura dell'inchiesta, poi ci saranno i canonici venti giorni per le mosse delle difese, prima della probabile richiesta di rinvio a giudizio.
Il cantiere rimane per adesso sotto sequestro, fino a un nuovo ordine del tribunale che aveva già confermato la misura dei sigilli a settembre, dopo la richiesta di dissequestro da parte degli avvocati delle difese. Come noto l’inchiesta, partita a seguito di alcuni esposti, ha il suo focus sulla realizzazione di una nuova costruzione che determinerebbe per gli inquirenti “un’apprezzabile trasformazione edilizia della zona in contrasto con plurime norme di pianificazione urbanistica ed in assenza di un necessario piano di lottizzazione o altro atto equipollente”.
L’azienda della grande distribuzione aveva acquistato il terreno, ha rivendicato, “con un legittimo permesso di costruire nella piena liceità confermata anche da sentenze amministrative definitive”.

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