SIENA
Federico Taddei (presidente della Cia di Siena)
I dazi reciproci al 20% del presidente Usa Donald Trump rischiano di fare molto male all’economia senese, fortemente improntata sull’export. Basti pensare che il 34% delle esportazioni di vino e olio d’oliva della provincia di Siena sono destinate proprio agli Stati Uniti: in Italia uno dei dati più alti. Per cui moltissime aziende del territorio, a cominciare dal mondo vitivinicolo del Brunello e del Chianti, adesso si chiedono cosa succederà.
“I dazi preoccupano i produttori di vino senese - afferma il presidente di Cia Agricoltori Italiani di Siena, Federico Taddei -. Ma è evidente che anche le sole minacce hanno già portato a conseguenze negative nei rapporti commerciali fra Italia (ed Europa) e Stati Uniti. A partire dal proprio il comparto vitivinicolo, che vede gli Usa come il primo mercato di sbocco delle esportazioni di vini senesi e che si trova in forte agitazione. E poi c’è forte preoccupazione per il Chianti, per il quale è stato aperto dalla Regione Toscana un tavolo ad hoc con l’auspicio che possano essere messe in campo azioni strutturali che non vadano però a danneggiare i piccoli produttori. Il comparto vive da anni situazione di tensione e che alla luce delle vicende internazionali potrà solo acuirsi, essendo già alle prese con una crisi di sovrapproduzione del comparto ben esemplificata dalla condizione del Chianti che nonostante nel 2023 abbia visto una riduzione notevole della produzione non ha altresì visto una uguale riduzione del prodotto a giacenza nel 2024”.
C’è il serio rischio di una crisi che vada a investire tutta la Regione: “Oltre 10 miliardi di euro all'anno: sono queste le esportazioni della Toscana negli Stati Uniti che avranno sicuramente ripercussioni dopo l'aumento dei dazi deciso da Trump – spiega Marco Simiani, deputato del Partito Democratico -. Gli Usa sono il primo partner commerciale di molti territori”.
A rischio, ovviamente, non c’è solo l’agroalimentare: “Gli effetti delle tariffe imposte dagli Usa – spiega la Cgil - andranno infatti a colpire molti settori dell’economia Toscana che già vivevano una fase di forte rallentamento e contrazione come quello della filiera della moda, l’automotive, dell’elettrodomestico, a cui si aggiungono il settore farmaceutico, meccanico, cartario, chimico. Su alcuni di questi settori sono già in corso tavoli di confronto tra Regione, amministrazioni locali, sindacati e associazioni datoriali sugli ammortizzatori sociali e sulle politiche attive del lavoro per il sostegno dei comparti coinvolti”.
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