Siena
tribunale di Siena
“Non fu demolito nulla, erano solo pezzi di muro, nulla di prezioso, fosse stata rinvenuta una statua avrei avvertito il mondo. Ho comunque ordinato lo stop ai lavori ma tornata dalle ferie ho scoperto che erano andati avanti. Ho fatto tutte le comunicazioni dovute”. Così si è difesa in aula l’architetto del Comune di Siena Caterina Biagini, rimasta l’unico imputato nel processo per un presunto danneggiamento di un manufatto durante gli scavi nel cantiere della Corticella al Santa Maria della Scala, nel 2021.
Il dipendente comunale è accusato di varie contravvenzioni, legate ai lavori di recupero e restauro della strada interna e di illeciti su una presunta mancata sorveglianza archeologica sulle opere e su una parte di terra che per le accuse sarebbe stata smaltita senza verificare la potenziale presenza di reperti. L’indagine coinvolse in un primo momento anche l’ex sindaco di Siena Luigi De Mossi, il titolare della ditta che eseguì i lavori, Antonio Lauria, e l’ingegnere responsabile dei lavori, Francesco Montagnani. Tutte le posizioni, tranne quella della Biagini (difesa dagli avvocati Sandro Sicilia e Paolo Panzieri) furono archiviate. L’indagine scattò dopo un sopralluogo della Sovrintendenza che rilevò presunti danneggiamenti. “Non fu demolito nulla – ha detto Biagini – e non ho mai ordinato di portare in discarica il materiale di risulta”. Il 9 luglio la discussione.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy