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SIENA

Marinai dà la rotta al tribunale: “Rimbocchiamoci le maniche”

In viale Franci i è insediato il nuovo presidente. La proposta di Boni: “Percorso virtuoso per i processi da codice rosso”

Claudio Coli

16 Maggio 2025, 06:00

Gianmarco Marinai

"Dobbiamo fornire un servizio moderno e vicino ai cittadini: rimbocchiamoci le maniche”.
Sono le prime parole da presidente del Tribunale di Siena di Gianmarco Marinai, che si è insediato ieri mattina succedendo al giudice Fabio Frangini, che aveva assunto il ruolo pro tempore per un anno e mezzo, dopo il trasferimento alla Corte di Appello di Lecce di Roberto Carrelli Palombi.
Classe 1970, Marinai arriva da Livorno dove negli ultimi anni ha svolto l’analogo ruolo di presidente delle sezioni penali e anche civili del tribunale labronico. Qui alcuni anni fa si è trasferito il giudice Luciano Costantini, ex presidente sezione penale di Siena, che sicuramente ha già illustrato a Marinai la nuova realtà.
Al terzo piano, per la cerimonia di insediamento e di saluto, c’erano tutte le componenti della comunità giudiziaria.
“Puntiamo - ha spiegato Marinai nel suo primo discorso pubblico – a una giustizia che sia più vicina ai cittadini e applichi le norme in modo concreto e non astratto, attraverso un percorso comune. Dobbiamo aprirci e fornire un servizio moderno ed essenziale”.
A dargli il benvenuto è stato anche il procuratore capo Andrea Boni. Che ha passato in rassegna le principali criticità degli uffici senesi, ovvero l’atavica carenza di personali, alcuni disagi telematici e la carenza di spazi per archivio e sala intercettazioni.
“Il palazzo a fianco non è stato ancora acquistato, la trattativa si è bloccata sul prezzo”, ha spiegato, fino ad arrivare a lanciare una prima proposta al neo presidente. “Vorremmo creare – ancora Boni – un percorso virtuoso in particolare per i processi da codice rosso”.
Marinai, toscano di origine pisana, conosce già il territorio senese, che sta piano piano evolvendo, anche in termini di sicurezza: “Il mondo cambia non solo nelle grandi città o nel porto di Livorno, ma anche nei piccoli centri e nelle campagne. Non bisogna aver paura del cambiamento – ammonisce Marinai –ma dobbiamo porci con mente aperta, i problemi nuovi non si possono affrontare con i vecchi schemi”.

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