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SIENA

Morì sul lavoro, chieste condanne: duplice istanza della procura per il decesso di un 36enne nel 2018. A processo un operaio e la ditta

Le accuse sono di omicidio colposo e violazione delle norme sul lavoro. L’incidente era avvenuto a Rapolano

Claudio Coli

24 Maggio 2025, 07:00

tribunale di Siena

tribunale di Siena

Doppia richiesta di condanna per omicidio colposo e violazione delle norme sul lavoro, da parte della Procura di Siena, in relazione alla morte di un operaio 36enne in una cava di travertino a Rapolano, avvenuta nel 2018.
Ieri mattina, davanti al giudice Alessandro Solivetti Flacchi, si è svolta la discussione tra le parti del procedimento a carico dell’operaio finito sotto processo che avrebbe provocato la tragedia, urtando con la benna di escavatore il lavoratore, precipitato dal ciglio della cava, e la rappresentante legale della ditta. Per il primo il pubblico ministero Siro De Flammineis ha chiesto un anno e tre mesi di condanna, per la seconda un anno.
L'operaio deceduto si chiamava Elvir Kamberovic, era residente ad Asciano, sposato con due figli maschi. Precipitò da un’altezza di 11 metri in un burrone nella cava di Bagni Marii, nel comune di Rapolano Terme, mentre lavorava al ripristino di una recinzione.
Un impatto violentissimo, che non gli dette scampo. Portato con l’elisoccorso a Siena in condizioni gravissime, i medici tentarono vanamente il tutto per tutto per salvargli la vita. A seguito della tragedia, la cava fu posta sotto sequestro per permettere le indagini della Procura di Siena, affidate al pm Nicola Marini, che ha ipotizzato fin da subito eventuali responsabilità in capo all'azienda per la quale lavorava l'operaio.
Nel corso della sua requisitoria il pm ha ricostruito i fatti ricordando che l’operai fu urtato inavvertitamente alle gambe dalla benna dell’escavatore guidato dall’altro operaio, e venne scaraventato nel dirupo. Il magistrato ha anche sottolineato come il lavoratore non avesse addosso protezioni individuali. Le ferite riportate, secondo i consulenti tecnici, oltre che stando all’analisi della dinamica, non lasciarono campo ad altre ricostruzioni, ad esempio un potenziale malore precedente alla caduta.
Fra gli avvocati difensori degli imputati c’è l’ex sindaco di Siena, Luigi De Mossi. Fra gli indagati risultava anche un geologo, condannato a 2 anni col rito abbreviato nel 2021. Gli altri hanno proseguito a giudizio.
La morte del giovane riaccese la discussione sulla sicurezza dei luoghi di lavoro nel comparto lapideo del travertino, tanto che i sindacati indissero un presidio davanti alla Prefettura per sollecitare maggiori garanzie. Grandi furono le dimostrazioni di solidarietà da parte di compaesani, amici e colleghi nei confronti della famiglia dell'operaio, risarcita prima dell’inizio del processo. La sentenza è attesa a luglio.

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