Siena
Una piccola ma significativa vittoria per il diritto allo studio arriva dalla Toscana: il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, come riporta il Fatto Quotidiano, ha accolto il ricorso presentato da tre giovani palestinesi della Striscia di Gaza, vincitrici di una borsa di studio per l’Università di Siena, contro il diniego del visto imposto dalle autorità consolari italiane. Le ragazze, Zaina e le gemelle Shahd e Majd, erano rimaste bloccate per mesi nella Striscia, nonostante avessero superato una durissima selezione – oltre 1.100 domande per appena cinque borse riservate a Gaza. La loro storia, simbolo di una crisi umanitaria e burocratica che coinvolge migliaia di studenti, aveva suscitato la mobilitazione di associazioni, docenti e attivisti in Italia.
Il diniego dei visti era stato motivato dall’impossibilità di raccogliere i dati biometrici a causa della guerra e della chiusura delle frontiere, una richiesta che le studentesse non potevano soddisfare senza rischiare la vita. Il TAR ha riconosciuto la straordinarietà della situazione: ha disposto che, in casi eccezionali come quello di Gaza, le procedure possano essere svolte in modalità telematica e che l’acquisizione dei dati biometrici possa essere rinviata o delegata, invitando le autorità consolari a una maggiore flessibilità e collaborazione. Il Tribunale ha inoltre sottolineato il diritto fondamentale all’istruzione, invitando l’amministrazione italiana ad adeguare le procedure alle condizioni di guerra e alle difficoltà materiali e giuridiche che impediscono il rispetto delle normali regole.
La vicenda delle tre ragazze, seguite dall’associazione Yalla Study e da Legal Aid, ha messo in evidenza le difficoltà crescenti che incontrano gli studenti provenienti da aree di crisi, spesso vittime di ostacoli politici e burocratici anche quando in possesso di tutti i requisiti accademici. “Non si tratta solo di garantire il diritto allo studio – ha dichiarato Federico Lenzerini, docente e delegato del rettore dell’Università di Siena – ma in molti casi di dare una concreta possibilità di salvezza, di vita e di futuro”.
La decisione del TAR rappresenta un precedente importante sul piano del diritto umanitario e amministrativo, offrendo una speranza non solo alle tre studentesse, ma a tutte le persone che, anche in condizioni di guerra, hanno il diritto di costruirsi un futuro attraverso lo studio.
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