Siena
Arriva oggi in Consiglio comunale la proposta del nuovo “Regolamento per la tutela del patrimonio culturale e delle attività del Centro Storico e del territorio comunale”. Il testo, illustrato questa mattina dall’assessore al commercio Vanna Giunti davanti alle commissioni ‘Affari Generali’ e ‘Statuto e Regolamenti’, si compone di sei titoli e trentaquattro articoli. Si tratta di un documento molto più corposo rispetto al precedente – ben venti pagine contro le sei della versione precedente – e rappresenta il risultato di un percorso di concertazione con le associazioni di categoria e con le sigle sindacali, volto a costruire uno strumento il più possibile condiviso. L’obiettivo dichiarato dall’amministrazione è quello di garantire la tutela del centro storico e dell’intero territorio comunale, coniugando il rispetto del patrimonio culturale e identitario di Siena con la necessità di sostenere il commercio di qualità, la vitalità economica e la sostenibilità sociale della città.
Divieti e nuove regole: stop a kebabbari e cineserie
La novità forse più importante riguarda il divieto di apertura per alcune tipologie di attività nelle zone centrali della città. Nelle cosiddette zone 1 e 1 bis, che comprendono le vie e le piazze più importanti del centro storico (come Banchi di Sopra, Piazza del Campo, Via di Città, Piazza del Duomo, Via di Camollia, Via di Pantaneto e parte di Via dei Rossi), non sarà più possibile aprire nuovi esercizi di somministrazione e vendita alimentare come kebabbari, cineserie, pizzerie al taglio, sushi shop, gelaterie, paninerie e friggitorie, così come sono vietati distributori automatici, sale giochi, money transfer, internet point e attività considerate non compatibili con la storia e l’identità del centro. L’attenzione dell’amministrazione si concentra sulla difesa della tipicità e sulla promozione delle attività che valorizzano prodotti locali o di eccellenza nazionale, in particolare quelli della filiera corta e con certificazioni Dop, Igp, Doc, Docg e Stg. Restano possibili solo aperture che mettono al centro la tradizione, la qualità artigianale e il rispetto del decoro urbano. Le nuove limitazioni rispondono all’esigenza di evitare fenomeni di omologazione e perdita di identità, ma anche di contenere l’insediamento di attività giudicate incompatibili con il tessuto storico e sociale di Siena.
Più attenzione ai locali sfitti e incentivi per chi investe
Una delle grandi innovazioni del regolamento riguarda la gestione dei locali sfitti, considerati dall’assessore Giunti un vero “motore produttore di economia” se opportunamente valorizzati. In particolare, per la zona 2 – che interessa molte vie centrali ma periferiche rispetto al cuore della città – viene introdotta una deroga che permette l’apertura di nuove attività di somministrazione, ma solo a precise condizioni: il fondo deve essere sfitto da almeno dodici mesi, il contratto di locazione deve durare almeno sei anni (con rinnovo automatico per altri sei) e l’attività dovrà puntare sulla promozione di prodotti tipici, della filiera corta o dell’eccellenza enogastronomica italiana. Un meccanismo che intende rivitalizzare le zone meno frequentate, riducendo il fenomeno dei locali vuoti e restituendo vivacità economica e sociale al centro storico. Il regolamento dedica inoltre un intero titolo a prevedere benefici e incentivi per chi investe: sgravi sulla tassa rifiuti (Tari), esenzione dall’imposta comunale sulla pubblicità e sulle pubbliche affissioni per cinque anni, finanziamenti agevolati per l’arredo e l’attrezzatura dei locali, contributi una tantum fino al 50% per chi apre botteghe artigiane in determinati settori e bonus aggiuntivi per attività legate al Palio o per imprenditori sotto i 35 anni. Sono previste agevolazioni anche per chi apre studi medici e ambulatori nel centro storico, a patto di mantenere l’attività per almeno cinque anni.
Nuove regole per le vie di pregio e per i commercianti ambulanti
Nelle vie e piazze di maggior pregio del centro (come Banchi di Sopra, Banchi di Sotto, Via di Città, Piazza del Campo, il Duomo e altre), il regolamento consente solo l’apertura di negozi di alta moda, librerie, farmacie, gallerie d’arte, orologerie, fiorai, attività di artigianato artistico, profumerie o store informatici. Se in uno di questi spazi cessa un’attività diversa, il subentro sarà possibile solo per le tipologie ammesse. Un altro aspetto rilevante riguarda la situazione degli ambulanti e delle bancarelle, in particolare quelle di Piazza del Campo e Piazza del Duomo. Il nuovo regolamento prevede infatti la possibilità per questi operatori di trasferirsi all’interno di negozi, in particolare nei fondi sfitti, con il sostegno di contributi comunali, incentivi fiscali e la possibilità di continuare la propria attività di vendita souvenir fino al 2030. In questo modo si punta a ridurre l’impatto visivo delle bancarelle su aree monumentali, promuovendo una maggiore qualità e decoro degli spazi pubblici e offrendo agli ambulanti una soluzione più stabile e sostenibile.
Zone differenziate e valorizzazione delle botteghe storiche
Il regolamento introduce una suddivisione dettagliata del territorio comunale in cinque zone: la zona 1 (nucleo del centro storico), la zona 1 bis (alcune vie di grande passaggio come Pantaneto, San Pietro, Camollia e parte di Via dei Rossi), la zona 2 (resto del centro dentro le mura), la zona 2 bis (Piazza Caduti Forze dell’Ordine, Viale della Vecchia, Piazza della Libertà) e la zona 3 (tutto il territorio comunale fuori dalle mura). Le regole sono più stringenti nelle aree più centrali e diventano meno restrittive man mano che ci si allontana dal centro. In zona 2 bis, ad esempio, sono ammesse solo alcune tipologie di attività fisse, mentre nella zona 3 non sono previsti particolari vincoli: qui si può aprire qualsiasi tipo di attività commerciale o artigianale, purché si rispettino le norme generali di decoro urbano, ma non sono previste le agevolazioni dedicate al centro storico. Particolare attenzione viene poi riservata alle botteghe storiche e agli esercizi di eccellenza: il Comune aggiornerà albi specifici per le attività esistenti da almeno 30, 50 o 70 anni, con riconoscimento di specifici benefici e misure di valorizzazione per quelle condotte da più generazioni. Il regolamento stabilisce inoltre obblighi stringenti per il decoro, imponendo ai proprietari dei locali sfitti di oscurare le vetrine, rimuovere le insegne dismesse e mantenere puliti gli immobili, mentre gli esercenti dovranno garantire la pulizia costante delle aree esterne.
Un regolamento per una Siena più viva e sostenibile
L’impianto complessivo del nuovo regolamento rappresenta una svolta per la città, perché mette insieme tutela, sviluppo, decoro e identità, con l’obiettivo di rivitalizzare il centro storico e offrire nuove opportunità a chi vuole investire nel commercio e nell’artigianato di qualità. Le commissioni consiliari hanno apprezzato la condivisione del percorso e la completezza del testo, che punta a rendere Siena più sostenibile dal punto di vista sociale, culturale ed economico. “Vogliamo tutelare il centro storico, le sue ricchezze e dargli più valore e sostenibilità sociale e culturale”, ha dichiarato l’assessore Vanna Giunti. Il regolamento, che entrerà in vigore subito dopo la pubblicazione, prevede anche sanzioni che vanno da 100 a 500 euro per chi non rispetta le nuove prescrizioni su decoro, pulizia e rispetto delle categorie merceologiche ammesse.
Domani in consiglio comunale sarà aperta la discussione e la votazione, ma Siena si prepara ad affrontare il futuro con una normativa che mira a preservare il suo patrimonio, promuovere il commercio di qualità, recuperare fondi sfitti e garantire un equilibrio tra tradizione e innovazione.
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