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Siena

Racket finte badanti, Procura di Siena chiede per tutti la condanna

Traffico finte badanti a Chianciano, chieste pene da 1 anno fino a 6 anni e 8 mesi per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento della permanenza di extracomunitari e truffa. Altri patteggiamenti da 10 mesi, sentenza a ottobre

Claudio Coli

24 Giugno 2025, 21:03

tribunale di Siena

tribunale di Siena

La Procura di Siena ha chiesto la condanna per tutti i soggetti finiti sotto indagine per il caso del presunto traffico di finte badanti che aveva come base Chianciano Terme e la provincia senese del sud, e come protagonista una società di servizi locale. Oggi in udienza preliminare, al piano terra del palazzo di giustizia di Siena, davanti al gup Andrea Grandinetti, sono stati discussi i riti abbreviati che erano stati chiesti da alcune delle difese: per l’uomo reputato dagli investigatori il promotore del racket sono stati chiesti 6 anni e 8 mesi, per altri due elementi 5 anni e per un quarto figuro 4 anni. Su di loro pendono le accuse di presunta associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento della permanenza di cittadini extracomunitari, concessione di locazioni e affitti a soggetti senza titolo di soggiorno, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e procacciamento di stranieri. Per un quinto soggetto accusato di truffa aggravata, sempre con abbreviato, è stata chiesta la condanna a 1 anno, mentre i rimanenti soggetti hanno chiesto il patteggiamento, accordato a 10 mesi. La sentenza del giudice arriverà il 28 ottobre. 
Secondo le accuse preliminari della Procura, prodotte dopo mesi di articolati accertamenti da parte della Guardia di Finanza di Siena e coordinati dai magistrati, venivano fornite documentazioni false agli stranieri per ottenere il permesso di soggiorno chiedendo in cambio compensi che andavano dai 50 ai 4mila euro a seconda del “servizio’ offerto”, tra cui falsa busta paga, dichiarazione di ospitalità e assunzione fittizia. Con questo sistema, come ricostruito dal pm Siro De Flammineis, dal maggio 2021 a oggi sarebbero state assunte 347 badanti stranieri, donne e uomini, dei quali solo 58 impiegati realmente in attività lavorativa. Dalla Tunisia, stando alle verifiche degli investigatori, arrivavano in Italia la maggior parte di finti badanti e sempre in Tunisia era stato aperto uno dei conti correnti all’estero dove veniva trasferito il denaro illecito versato dai migranti in una prepagata intestata alla società con sede a Chianciano Terme.   
A difendere i coinvolti sono gli avvocati Alessandro Betti, che rappresenta il 45enne considerato il promotore del giro (finito sotto processo anche per una vicenda ancillare, legata al reato di omissione del versamento delle ritenute previdenziali, ma assolto) e altri due soggetti, l’avvocato Luigi Nicola Fiorino del foro di Bologna, e gli avvocati Ilaria Marini del foro di Siena, Carmen Capoccia del foro di Firenze e Angelo Giuliani del foro di Viterbo, per altre due posizioni. 
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