Siena
La Chiocciola inaugura il primo grande e moderno archivio di contrada e lancia un messaggio alla città in nome del futuro: ‘L’archivio è la nostra memoria, ma quelle carte non possono restare chiuse, devono parlare e saranno fondamentali per chi ci seguirà’ hanno detto il priore di San Marco, Marco Grandi e l’archivista Giorgio Prosperi. È davvero bello e funzionale l’archivio della contrada della Chiocciola che conserva documenti sin dal 1600. Architettonicamente è un luogo di altissimo pregio, i locali sono stati strutturati per accogliere anche studiosi esterni al rione. Tutto è stato studiato al meglio, dal sistema di ventilazione che mantiene temperature e umidità costante fino alla disposizione del grande tavolo per studiare e controllare i documenti.
Un progetto maturato nel tempo, nato da un’esigenza concreta e oggi divenuto realtà grazie a una lunga collaborazione tra professionisti, contradaioli e istituzioni cittadine. L’Archivio della contrada della Chiocciola si presenta come il primo esempio a Siena di spazio moderno e versatile dedicato alla custodia della memoria collettiva di una contrada, ma con lo sguardo rivolto anche alle generazioni future e agli studiosi che potranno accedervi.
Il cuore del progetto è stato il recupero di ambienti fino a poco tempo fa destinati ad usi secondari. Spazi, scelti per la loro vicinanza al Polo Museale della contrada, che sono stati trasformati in modo da mantenere unito il nucleo degli edifici che raccontano la storia della Chiocciola. Una decisione che consente di riunire antichi volumi, serie documentarie, fotografie e moltissimi altri materiali storici in un unico punto nevralgico, nel centro stesso del rione, accanto alla sede operativa e agli ambienti museali che già custodiscono preziose collezioni d’arte, Drappelloni e testimonianze storiche del rione.
L’Archivio si sviluppa su circa novanta metri quadrati, distribuiti in due ambienti collegati e segnati dagli originali soffitti a volte in mattoni, caratteristica architettonica che si fonde armoniosamente con le necessità di conservazione e con le tecnologie moderne. L’ingresso accoglie i visitatori in uno spazio di consultazione arredato con un ampio bancone realizzato su misura e collocato al centro della sala. Qui sarà possibile studiare i documenti in un’atmosfera raccolta ma aperta, pensata per favorire la ricerca e la condivisione.
Dalla sala principale si accede poi all’area destinata alla catalogazione, conservazione e inventariazione. Il locale, dotato di postazioni di lavoro e di arredi appositi, si affaccia sull’esterno attraverso un infisso particolare: un elemento architettonico che si ritrae, lasciando intravedere l’interno e invitando i passanti a fermarsi, incuriositi, per osservare cosa avviene dentro ad un luogo solitamente riservato.
La facciata stessa, rinnovata con pannelli in acciaio corten, celebra la memoria collettiva con parole e frasi scelte dagli archivisti: citazioni che evocano frammenti della storia della Chiocciola, a testimonianza di quanto la comunità tenga al proprio patrimonio identitario.
Il Priore Marco Grandi, nel suo discorso inaugurale, ha voluto sottolineare il valore di questo risultato: “siamo nel museo, luogo perfetto per celebrare l’inaugurazione dell’archivio. Un sentito ringraziamento alle autorità, ai 17 archivisti, a tutti coloro che li hanno preceduti e a chi verrà dopo di loro. Si tratta di un ruolo, quello dell’archivista, spesso svolto nell’ombra: proprio per questo desideriamo dedicare la nostra giornata speciale a loro. È un momento di comunità che si distingue per il suo forte senso identitario. L’archivio incarna pienamente questi valori. Il risultato raggiunto è frutto di un lungo percorso, fatto di passione e pazienza. Il nuovo archivio nasce da un’esigenza concreta, segnalata dai nostri stessi archivisti: quella di riservare una giusta collocazione ai numerosi documenti che possediamo. L’archivio sorge nel cuore della contrada, all’interno della nostra sede: un luogo che unisce praticità e memoria collettiva. La paternità decisiva e qualitativa di questo progetto è di Lucia Lungarella, architetto di grande talento e lungimiranza. Diverse imprese hanno lavorato al progetto, sia locali sia esterne, tutte consapevoli dell’importanza di questi lavori. Un ringraziamento particolare va anche a Mps e alla Fondazione, che partecipano sempre attivamente alla vita delle contrade e alla tutela dei nostri patrimoni. La conservazione dei documenti e della nostra storia ci aiuterà a mantenere quel filo invisibile ma perenne che ci lega al passato e a chi ci ha trasmesso questi valori, patrimonio prezioso per tutti noi. Ma l’archivio rappresenta anche uno slancio verso il futuro: è stato pensato per le generazioni che verranno, affinché possano scoprire chi siamo e da dove veniamo”.
Il nuovo archivio è stato progettato per essere funzionale e accessibile, senza barriere architettoniche, e risponde alle esigenze della digitalizzazione e della conservazione cartacea. L’architetto Lucia Lungarella ha raccontato il percorso che ha portato alla realizzazione di questo spazio: “Il nostro gruppo di lavoro si è impegnato con determinazione per raggiungere questo obiettivo, facendo tesoro delle competenze di ciascuno di noi. La realizzazione dell’archivio si è articolata in tre fasi: la scelta del luogo, la fase del cantiere e infine la selezione delle finiture e degli arredi. La prima fase è stata la più impegnativa, poiché ha richiesto di superare limiti e convenzioni legati alle abitudini quotidiane. La scelta è stata guidata dalla funzionalità dello spazio, che si è rivelato ideale anche per il collegamento con l’area museale. Abbiamo voluto creare uno spazio accessibile a tutti, privo di barriere architettoniche. Il nostro obiettivo era realizzare un archivio moderno, sia digitale sia cartaceo. Per questo siamo intervenuti sul risanamento dei locali, riportando alla luce le murature originali. L’ambiente è dotato di un efficace sistema di ventilazione che garantisce temperatura e umidità costanti”.
Il sistema di climatizzazione, un elemento fondamentale per la conservazione dei materiali più delicati, è stato studiato nei dettagli per assicurare condizioni ottimali in ogni momento dell’anno. Il grande tavolo centrale non è solo un elemento di arredo, ma simbolo di convivialità e studio condiviso, pensato sia per i contradaioli sia per studiosi esterni che vorranno consultare le fonti storiche della Chiocciola.
Giorgio Prosperi, archivista e tra le anime del progetto, ha voluto ribadire il significato profondo di questa realizzazione: “Sono un archivista ‘prestato’ a questo ruolo: inizialmente ho seguito i lavori come contradaiolo, per poi diventare uno degli attori principali del progetto. Ne siamo molto fieri. Non si è trattato semplicemente di realizzare un intervento estetico, ma di lanciare un segnale forte e far capire a tutti quanto la memoria sia importante; ciò che si trova in archivio non sono documenti ‘morti’. Il messaggio che vogliamo trasmettere con il nuovo archivio è che questa attenzione verso la memoria è fondamentale per il futuro. Le carte devono poter parlare: devono essere fruibili, conservate nel modo migliore possibile e messe a disposizione degli studiosi. Tutto ciò che è conservato in archivio è importante, anche i piccoli appunti. I nuovi locali sono stati pensati proprio per il futuro: avremo tanto spazio e saremo così in grado di garantire piena funzionalità anche nei prossimi decenni”.
L’inaugurazione dell’archivio rappresenta un esempio virtuoso per l’intera città di Siena oltre ad un traguardo per la contrada della Chiocciola. La memoria, qui, si trasforma in risorsa viva, in ponte tra le generazioni, in stimolo per la ricerca e la conoscenza. Un luogo pensato per durare nel tempo, capace di custodire e trasmettere quei valori che sono l’essenza stessa della comunità.
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