Il caso
Finge cancro con un cavo dell'Iphone
Ha finto un cancro per raccogliere donazioni con una truffa durata anni e adesso rischia di pagarne il salato conto con la giustizia. E' l'incredibile vicenda, che sta facendo scalpore oltremanica, con protagonista DJ Carey, un noto ex sportivo e nome importante dell'hurling, sport irlandese parente dell'hockey. Carey si è infilato un cavo dell'iPhone nel naso, ha finto di essere malato di cancro e ha raccolto migliaia di euro, pubblicando anche video che avrebbero attestato la sua condizione. In una clip, l'uomo si è presentato sdraiato sul letto con il cavo per l'ossigeno nel naso. In realtà, si è scoperto poi, il cavo era quello di un caricabatterie per smartphone.
DJ Carey deve rispondere di 21 capi d'accusa
La carriera sportiva
DJ Carey, il cui nome completo è Denis Joseph Carey, è nato l'11 novembre 1970, ed è considerato una delle leggende dell'hurling, avendo giocato come ala sinistra per la contea di Kilkenny. Nel corso della sua carriera ha vinto cinque titoli All-Ireland, numerosi trofei nazionali e nove premi All-Star, diventando un'icona nazionale e un modello per molte generazioni di hurlers. Ma le recenti vicende giudiziarie hanno fortemente compromesso la sua reputazione.
DJ Carey è una leggenda dello sport irlandese
Il processo, quando arriva la sentenza
Il raggiro alla fine è stato scoperto e ora l'ex sportivo dovrà affrontare il processo, rischiando una pena. I media irlandesi riferiscono che Carey deve fronteggiare 21 capi d'accusa, si è dichiarato colpevole in aula e conoscerà la sentenza del processo il prossimo 29 ottobre. L'uomo rimane libero su cauzione, mentre i suoi legali evidenziano la presenza di reali patologie cardiache in un quadro medico definito complesso, al di là della truffa.
DJ Carey in versione atleta
Finte malattie e truffe: un fenomeno in crescita anche in Italia
In Italia, la simulazione di malattie per ottenere indebitamente assenze dal lavoro o benefici economici rappresenta un fenomeno di rilievo, con conseguenze sia per le aziende che per il sistema previdenziale nazionale. Le cosiddette "finte malattie" riguardano lavoratori che simulano patologie o adottano comportamenti incompatibili con lo stato di salute dichiarato, come svolgere altre attività lavorative o sociali durante il periodo di malattia, violando così la normativa vigente.
Nel primo semestre 2024, sono stati registrati circa 15,7 milioni di certificati di malattia inviati dai medici, di cui il 75,5% nel settore privato, con un aumento tendenziale dell’1,3% rispetto al 2023. Questo dato indica una sostanziale stabilità ma anche una possibile crescita delle assenze per malattia, che possono includere casi di simulazione.
Le visite fiscali, strumento principale per verificare la reale condizione di malattia, spesso si rivelano insufficienti o inefficaci, soprattutto quando il lavoratore non è reperibile o adotta comportamenti volti a eludere i controlli. Per questo motivo, molte aziende si affidano a investigatori privati per controlli più mirati e approfonditi, come pedinamenti e verifiche comportamentali, che hanno ottenuto riconoscimento anche dalla giurisprudenza italiana.
La falsa malattia configura un reato che può portare al licenziamento per giusta causa, oltre a sanzioni penali per truffa ai danni dell’INPS e dello Stato. Le aziende subiscono perdite economiche significative, sia per il costo diretto delle assenze ingiustificate sia per la riduzione della produttività. Inoltre, la diffusione di questo fenomeno mina la fiducia nel sistema di welfare e penalizza i lavoratori onesti.
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