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Il caso

Agente aggredito in carcere, la polizia penitenziaria in stato di agitazione: "Immediate iniziative per un lavoro sicuro e dignitoso"

Le sigle sindacali compatte, astensione anche dalla mensa come forma di protesta

Claudio Coli

07 Luglio 2025, 15:21

carcere

Ranza, polizia penitenziaria in stato di agitazione

La Polizia Penitenziaria del carcere di Ranza a San Gimignano dice basta alle difficili condizioni lavorative: scatta lo stato di agitazione in seguito alla recente aggressione a danno di un agente di custodia per mano di alcuni detenuti nel reparto Alta Sicurezza. L'agente ha riportato diverse fratture e venendo trasportato d’urgenza in ospedale in condizioni serie. L’episodio, definito “vile” dalle organizzazioni sindacali, rappresenta “la dimostrazione lampante” della necessità di intervenire urgentemente sulle condizioni lavorative del personale penitenziario.

Per questo le segreterie locali delle principali organizzazioni sindacali (FNS CISL, USPP, UILPA, CGIL FP, SAPPE, OSAPP, SINAPPE) hanno proclamato lo stato di agitazione del personale della Casa di Reclusione, annunciando anche l’astensione dal consumo del pasto presso la mensa di servizio come forma di protesta. Le OO.SS. chiedono “l’immediato trasferimento dei detenuti responsabili dello spregevole episodio” e di tutti i detenuti con problemi psichiatrici, sottolineando che “la struttura non è capace di gestirli per mancanza di assistenza psichiatrica h24”.

Nel comunicato si denuncia inoltre che “detenuti in transito verso la sala teatro per le attività pomeridiane hanno assistito alla scena senza intervenire, né soccorrere il collega ferito, né cercare di fermare o far ragionare i detenuti che proteggevano il pestaggio”. Le OO.SS. interpretano questo comportamento come un segnale che “anche i detenuti ‘più meritevoli’ avallano queste azioni di violenza e prevaricazione”.

Le organizzazioni sindacali rivolgono alla Direzione la richiesta di sospendere o limitare drasticamente le attività trattamentali pomeridiane, per non esporre ulteriormente il personale a rischi, già aggravati dalla “grave carenza di organico” che affligge la struttura. Al Dipartimento chiedono di “sanare quanto prima la cronica carenza di organico”, evidenziando che i dati ufficiali forniti “sono fuorvianti” e non riflettono il reale “grave contesto” in cui operano gli agenti.

Il comunicato conclude con un appello a “immediate iniziative per porre fine a questa spirale di violenza e garantire un ambiente di lavoro più sicuro e dignitoso”. Le OO.SS. avvertono che, in assenza di risposte concrete, “intraprenderanno forme di protesta più incisive con il conseguente coinvolgimento degli organi di stampa”.

L’aggressione di San Gimignano non è un episodio isolato, ma si inserisce in un contesto di crescente tensione all’interno delle carceri italiane. Il sindacato Uilpa ha espresso “la più ferma condanna” e chiesto provvedimenti urgenti per “migliorare le condizioni psicofisiche dei detenuti e soprattutto del personale addetto alla sicurezza”. Anche il partito Fratelli d’Italia ha espresso solidarietà all’agente ferito, sottolineando che “il Governo Meloni continuerà a lavorare incessantemente per assicurare che chi opera al servizio dello Stato possa farlo nelle condizioni più idonee e con la massima protezione”.

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