Il verdetto
Omicidio in largo Sassetta
Condanne confermate in Corte di Appello a Firenze per i due ucraini ritenuti responsabili della morte della signora Annamaria Burrini, di 81 anni, strangolata con un laccio e derubata nella sua casa in largo Sassetta a Siena nel settembre 2022. In udienza si discuteva il ricorso della Procura contro la condanna di primo grado a 24 anni della giovane straniera coinvolta e quello della difesa dello zio contro l’eragastolo che gli è stato inflitto in primo grado: dopo la richiesta dei magistrati di carcere a vita anche per la ragazza, i giudici dopo una lunga camera di consiglio hanno confermato l’ergastolo per Volodymir Uzdienov, considerato l’esecutore materiale del delitto, e confermato la pena anche per la nipote Viktoria Mitioglio, ridotta però da 24 a 21 anni.
Nessuna modifica riguardo la posizione dello zio, la giovane è stata giudicata colpevole di rapina e concorso anomalo nell’omicidio. Per entrambi è stata confermata l’assenza di premeditazione dell’omicidio, come già stabilito dalla Corte di Assise di Siena, per la ragazza è venuta meno anche l’aggravante relativa al vincolo teleologico (l’omicidio per conseguire la rapina). L’ucraina era già stata riconosciuta dal tribunale senese non partecipe attivamente al delitto, ricevendo uno sconto di pena in virtù della collaborazione resa agli inquirenti quando venne arrestata (negò di aver ucciso l’anziana, ammettendo la partecipazione al colpo).
“Sono comunque soddisfatto – afferma l’avvocato della donna, Francesco Paolo Ravenni - in quanto per lei era stato chiesto l’ergastolo. Ora attendo le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro 90 giorni, e valuterò il ricorso in Cassazione, dove con l’eventuale riconoscimento delle attenuanti generiche la pena può essere ulteriormente ridotta di alcuni anni. La ragazza si trova in carcere a Sollicciano ed è particolarmente provata, anche per la situazione della bambina”. La difesa dell’ucraino, in capo all’avvocato Alessandro Bonasera, aveva chiesto in particolare di rinnovare l’istruttoria dibattimentale, ma l’istanza non è stata accordata. “Attendo di leggere le motivazioni, non era certo facile ribaltare la situazione in Corte di Appello – ammette Bonasera - vediamo ora per la Cassazione”.
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