Le truffe telematiche in Italia continuano a crescere a un ritmo preoccupante, confermandosi come uno dei fenomeni criminali più insidiosi e diffusi del nostro tempo. Soprattutto a Siena, la cui provincia risulta essere uno dei territori italiani più colpiti. A dirlo sono i numeri (2019-2023) prodotti da Il Sole 24 Ore, Istat, Confartigianato, ed elaborati dal portale Truffa.net: Siena si posiziona al decimo posto nella graduatoria delle province italiane con più raggiri, grazie ad un’incidenza di 633 denunce ogni 100.000 abitanti e una crescita del 35% negli ultimi anni. Non solo la città del Palio e il suo territorio, l’emergenza truffe informatiche è ben presente in tutto il contesto regionale dove Firenze, Grosseto e Arezzo registrano anch’esse numeri elevati, contribuendo a fare della Toscana la regione con il punteggio combinato più alto in Italia per truffe informatiche. Basti pensare che nella top ten nazionale figurano ben cinque città Toscane: Livorno al primo posto, Grosseto al quinto, Firenze e Arezzo rispettivamente settima e ottava, Siena come detto decima.
Guardando al dato nazionale, nel 2023 (ma il trend sarebbe lo stesso nel 2024, anche se mancano i dati definitivi), le denunce per truffe informatiche hanno superato quota 300.000, posizionandosi al secondo posto nella classifica dei reati più segnalati, subito dopo i furti, che rappresentano quasi la metà di tutte le denunce con oltre un milione di casi. Un dato che fa riflettere, soprattutto considerando che oltre il 90% degli italiani naviga quotidianamente in rete, con 43 milioni di utenti attivi sui principali social media e ben 82 milioni di connessioni mobili attive, un vero e proprio mare digitale in cui i truffatori pescano senza sosta.
Il fenomeno delle truffe telematiche è in crescita costante: nel 2023 si è registrato un aumento del 10,3% rispetto all’anno precedente, la crescita più alta tra tutte le categorie di reati. A guidare questa escalation sono phishing, smishing e vishing, che da soli rappresentano il 55% delle denunce, oltre 160.000 casi, con truffe che si basano sull’inganno tramite email, sms o telefonate, volte a sottrarre dati sensibili o denaro alle vittime. Seguono le truffe da marketplace, con falsi annunci di vendita online che ingannano gli acquirenti con offerte allettanti ma inesistenti, e le frodi legate a false PEC, email bancarie e finti bonifici, che costituiscono il 10% del totale.