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La sentenza

Traffico di cittadini pakistani e racket dell'immigrazione a Siena, arrivano le condanne: flussi anomali di stranieri e un business tra rapine e pestaggi

La Questura scoprì un giro di importazione di richiedenti asilo. Scatterà l'espulsione al termine della pena

Claudio Coli

18 Luglio 2025, 13:13

Polizia Siena

Arrivano le condanne dopo l'indagine della Questura sul traffico di Pakistani

Sono arrivate le condanne per alcuni dei soggetti coinvolti nel traffico di pakistani a Siena scoperto dalla Polizia della città del Palio, la cui indagine è stata coordinata dalla Dda di Firenze. Come riportato da la Nazione, sono giunte le condanne a vario titolo per sette elementi, alcuni dei quali ritenuti dal gup di Firenze facenti parte di un’associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e giudicati colpevoli e sanzionati con pene che, grazie al rito abbreviato, sono andate da 10 anni a 3 anni e 4 mesi. Quattro persone sono state assolte dal reato di associazione a delinquere ma condannate per altre contestazioni. Il Tribunale fiorentino ha inoltre stabilito l’espulsione dei condannati dal territorio nazionale una volta scontata la pena.

L'inchiesta, partita dalla Questura di Siena e condotta dalla Squadra Mobile contro il racket dell'immigrazione clandestina pakistana aveva infatti sgominato un business che da anni “importava” clandestini connazionali sul territorio. I primi sospetti dell'allora Questore Pietro Milone nacquero nel 2022 di fronte all'anomalo afflusso di stranieri nella città, arrivati a toccare le 500 unità, con conseguente allarme sociale e difficoltà nella gestione ed accoglienza. Da qui le indagini hanno poi scoperchiato il vaso di Pandora: secondo le ricostruzioni investigative a portare illegalmente numerosi pakistani a Siena - molti dormivano, e dormono anche oggi, nei parcheggi e creavano problemi per la loro collocazione - era un consorzio criminale transnazionale che gestiva l'arrivo dei soggetti provenienti dalla rotta balcanica fino a Siena.

Lo stesso otteneva con la violenza, se necessario, i compensi per i "servizi" resi per fare entrare illecitamente e permanere sul territorio i connazionali, alcuni dei quali vittime di rapine, pestaggi e tentati sequestri a scopo estorsivo per estinguere i debiti. Fondamentali nelle indagini sono risultate anche le intercettazioni telefoniche e i racconti delle stesse vittime dei fatti.

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