L'accordo
Asp e La Diana insieme per valorizzare il bottino e la fonte Caccialupi
Un accordo per la conoscenza, valorizzazione e salvaguardia del bottino e della fonte Caccialupi o Ninfeo Guglielmi. Lo hanno sottoscritto Asp Città di Siena e Associazione La Diana che, di comune d’accordo, lavoreranno per "aprire" alla città il gioiello custodito all’interno del Palazzo Caccialupi, che oggi ospita l’omonima residenza per anziani, nel cui giardino una splendida fonte con il suo bottino.
“È stato un piacere per il Consiglio di Asp rinnovare con la Diana il nostro rapporto di collaborazione. Come Asp collaboriamo con numerose associazioni: da una parte è un modo pratico ed ottimale per la gestione di alcuni nostri beni, grazie all’aiuto di specialisti di settore e dall’altra per interessare e coinvolgere il maggior numero di cittadini al mondo Asp. Un’azienda ‘bene comune’, che ogni senese deve poter sentire come una seconda ‘casa’, che provvede ai pasti dei più giovani e alla qualità di vita dei più anziani. Mentre con il "nuovo approccio" di gestione delle farmacie, come presidi sanitari di vicinato più che dispensatori di farmaci, diamo una risposta ai nuovi bisogni del territorio”, commenta Guido Pratesi, presidente di Asp Città di Siena.
“Per quanto riguarda l’accordo con la Diana, circa il ‘bottino della Caccialupi’, nell'area verde della relativa Rsa, adiacente a porta Tufi, faremo in modo che la visita sia garantita al maggior numero di persone possibile, perché tutti possano vedere la grande fantasia e capacità ingegneristica che abbiamo ricevuto dalle precedenti generazioni. Esempio e stimolo che riceviamo dalla ‘storia’ dando, cosi, slancio al nostro futuro”, aggiunge Pratesi.
“La firma della convenzione conferma l’impegno che la nostra Associazione da tempo ha profuso per la scoperta, studio e valorizzazione di un angolo di Siena di notevole pregio anche se poco conosciuto. Ci auguriamo di proseguire la collaborazione e sinergia fattiva con Asp e di riuscire nell’intento di tutelare e far conoscere l’area dei Tufi con il suo splendido ninfeo”, Maria Elena Di Trolio, presidente dell’associazione La Diana.
La fonte e il bottino
Il palazzo ha assunto il nome "Caccialupi" solo all’inizio del Novecento, ma le sue origini – così come quelle della fonte – sono molto più antiche, riconducibili alla famiglia Grisaldi e alla fine del Cinquecento. Uno degli aspetti fondamentali nella realizzazione di nuovi insediamenti era proprio come garantire l'approvvigionamento idrico. Il complesso, circondato da un’ampia area verde che degrada verso la valle di Porta Giustizia, presentava caratteristiche geomorfologiche ideali per la costruzione di un bottino autonomo, capace di assicurare un flusso costante d'acqua.
Fu quindi realizzato un piccolo reticolo di bottini: un ramo principale lungo circa 120 metri e due rami laterali ("innesti") di circa 50 metri ciascuno. Questo sistema, per secoli, ha fornito acqua sufficiente a soddisfare le necessità civili e agricole del complesso. Il ramo principale, dopo aver raccolto l’acqua dai due laterali, termina in una grotta, al cui interno si trova un ninfeo di raffinata fattura seicentesca. È decorato con mosaici geometrici, conchiglie marine e materiali calcarei. All’interno della grotta c’è una vasca collegata a un sistema di trabocchi per il "troppo pieno", che alimenta una grande cisterna ottagonale posta a circa dieci metri di distanza. Prima di arrivare a quest’ultima, l’acqua viene fatta confluire in tre piccole cisterne intermedie.
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