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Le mostre

L'arte senese trionfa a Londra e New York, domani rientra l'ultima opera prestata dalla Diocesi. Don Grassini: "Vetrina internazionale sia da stimolo per la tutela"

I capolavori hanno fatto ritorno a Siena, per un po' "riposeranno" nelle loro collocazione

Claudio Coli

21 Luglio 2025, 16:39

Opere diocesi

I capolavori senese rientrano a Siena

Domani tornerà a casa l'ultima opera d’arte dell’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino tra quelle prestate ai musei di Londra e New York per le mostre internazionali sull’arte medievale senese. I capolavori hanno fatto bella mostra di sè durante l’esposizione The Rise of Painting, 1300–1350 – tenutasi al The Metropolitan Museum of Art di New York (13 ottobre 2024 – 26 gennaio 2025) e alla National Gallery di Londra (8 marzo – 22 giugno 2025).

La vetrina prestigiosa che ha permesso di far conoscere a un pubblico globale capolavori assoluti: la Diocesi in particolare aveva prestato la Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti, il frammento di Crocifisso di Lando di Pietro, l’icona bizantina del Carmine, una rara lastra marmorea incisa attribuita a Guccio di Mannaia e le due celebri sinopie dell’Annunciazione provenienti dall’Eremo di Montesiepi. Il 10 luglio sono rientrati presso la Basilica dell’Osservanza di Siena la testa di Crocifisso di Lando di Pietro e il cartiglio autografo dell’artista, già ricollocati nel piccolo museo della Basilica (la speranza è che in futuro possano tornare visibili all’interno della chiesa stessa, restituendo al pubblico il contesto originario della loro fruizione). Il 16 luglio è rientrata al Museo Diocesano di Siena la Madonna del Latte, la lastra incisa di Guccio di Mannaia e l’icona del Carmine, mentre il 22 luglio in ultimo faranno ritorno all’Eremo di Montesiepi le due sinopie lorenzettiane.

"Questa operazione - spiega Don Enrico Grassini, direttore dell'Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici dell'Arcidiocesi – ha rappresentato un’opportunità unica di valorizzazione del patrimonio senese, promuovendo la conoscenza di tesori inestimabili e rafforzando un dialogo culturale tra l’Arcidiocesi e le grandi istituzioni internazionali". L’iniziativa, ricorda Grassini, è partita nel 2019 e ha permesso di sviluppare importanti interscambi con le maggiori realtà museali internazionali: “I rapporti sono stati ottimi – sottolinea Grassini – noi non chiediamo tariffe e soldi ma attenzione per la cura delle opere d’arte e infatti a fronte dei prestiti i musei hanno finanziato il restauro e la manutenzione di altre opere che avevano particolare bisogno”. Dopo il lungo peregrinare, i capolavori prestati adesso riposeranno nelle loro collocazioni originali: “Non ci sono ulteriori richieste – sottolinea Grassini - è bene che osservino un po’ di riposo, anche perchè gli spostamenti espongono al rischio danneggiamento”.

Ancora non ci sono i dati ufficiali delle presenze alle mostre, ma i feedback raccolti sono molto positivi. “Sono state universalmente apprezzate, gli anglosassoni guardano molto all’arte senese – dichiara Grassini - è stata una grande opportunità per incrementare e consolidare l’approfondimento e la conoscenza del patrimonio artistico”. Grassini ne approfitta per lanciare un appello: “La risonanza di questa vetrina spero diventi uno spunto – evidenzia – per stimolare l’opera di conservazione, tutela e valorizzazione delle opere d’arte. Mancano risorse e alcune di queste, di insigne valore, rischiano il deterioramento, si stanno sgretolando”.

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