La situazione
Siena, i numeri del report Caritas
Una famiglia con bambini che non sa se riuscirà a pagare l’affitto il mese prossimo; un pensionato che dopo una vita di lavoro si ritrova a chiedere aiuto per mettere insieme la spesa; una donna sola, in cerca di un tetto sicuro. E poi ragazzi, studenti stranieri arrivati con la speranza di un futuro migliore, ma costretti a vivere tra soluzioni provvisorie e insicurezza. Non sono storie rare: sono la quotidianità raccontata dagli sportelli della Caritas dell’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, che vede ogni giorno crescere le richieste di aiuto da parte degli italiani. Un fenomeno che, nei dati del 2024 e nel primo semestre del 2025, si fa allarme sociale, con segnali chiari: la difficoltà ad arrivare a fine mese colpisce ormai anche chi ha un lavoro, la casa è sempre più spesso un problema, le famiglie sono le più esposte.
I numeri
I numeri parlano chiaro. Nel 2024, i centri di ascolto della Diocesi hanno incontrato oltre 1.200 persone, con una crescita significativa di nuovi casi: solo per i “primi accessi”, cioé chi si rivolgeva per la prima volta, si è passati da 146 persone nel 2023 a 224 nel 2024. Quest’anno il trend non accenna a fermarsi: nei primi sei mesi del 2025 le persone incontrate sono già quasi 700, una cifra che avvicina il totale dell’anno precedente. Il dato più netto riguarda la presenza degli italiani: sono il 37% nel 2024 e raggiungono il 40% nel primo semestre 2025. Numeri che non si vedevano dai tempi della pandemia da Covid, e che segnalano come la crisi abbia cambiato volto, coinvolgendo fasce sempre più ampie della popolazione, anche quelle tradizionalmente considerate “al sicuro”.
Chi sono
Dietro questi numeri ci sono soprattutto famiglie, spesso con figli minori a carico. Nel 2024 i nuclei familiari con almeno un minore che hanno chiesto aiuto sono salite da 364 a 400, e nel 2025 rappresentano oltre la metà degli utenti. Ma ci sono anche tanti single, spesso uomini e donne sole, che faticano a sostenersi. Cambia anche la composizione per età: se una volta erano soprattutto i 25-54enni a bussare alla porta della Caritas, oggi crescono gli over 64, spesso pensionati che non riescono più a coprire le spese con l’assegno mensile. Il dato dei lavoratori in pensione tra gli utenti è passato dal 3% degli anni del Covid a quasi l’ 8% nei primi mesi del 2025. Anche gli studenti, specie stranieri, sono in aumento, spinti dalla difficoltà di trovare una sistemazione abitativa stabile.
Problema casa
Proprio la casa, infatti, è uno dei nodi più difficili da sciogliere. Se da una parte diminuiscono i casi di marginalità estrema – grazie a una migliore risposta per richiedenti asilo e senza dimora – dall’altra cresce il disagio abitativo. Nel 2024, il 21,7% delle persone ascoltate lamentava problemi legati all’alloggio: mancanza di casa, sfratti, morosità, precarietà, accoglienze temporanee. E se la percentuale di chi vive stabilmente in una dimora (di proprietà, affitto o edilizia popolare) è cresciuta, resta elevato il numero di chi si muove tra soluzioni provvisorie, dagli amici o nei dormitori. Nei primi sei mesi del 2025, la situazione è peggiorata: sono aumentati quelli in accoglienza provvisoria, e i casi di sfratto registrati dagli sportelli sono già 12, quasi raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.
Le cause e i rischi
Le difficoltà economiche restano la causa principale. Il 92% di chi si rivolge alla Caritas dichiara di non riuscire a gestire il bilancio familiare. L’86% segnala un reddito insufficiente per le necessità quotidiane, mentre quasi il 7% non ha alcun reddito. Aumentano le richieste di pacchi alimentari – nel 2024 ne sono stati distribuiti quasi 19.000 – e di contributi economici per bollette, affitti, spese scolastiche. Anche chi lavora, quasi il 30% degli utenti, spesso non ce la fa a sostenere i costi della vita: salari bassi, contratti precari, spese in aumento per casa e generi di prima necessità. Il lavoro, insomma, non è più una garanzia per vivere dignitosamente.
Il quadro che emerge dal report Caritas è quello di una crisi che si radica nel tessuto sociale, coinvolgendo sempre più italiani, famiglie, donne, anziani, studenti. La risposta, finora, è arrivata soprattutto dalla rete di sostegno degli enti locali e dalle parrocchie, che hanno intensificato le attività di ascolto e distribuzione di beni primari. Ma le risorse non bastano: spesso, per mancanza di posti o fondi, la Caritas è costretta a dire di no a nuove richieste, specie per le emergenze abitative.
Il rischio è che molte situazioni oggi “precari” si trasformino in nuove povertà estreme. E mentre aumentano le domande di aiuto, cresce anche la consapevolezza che servono risposte strutturali: politiche per la casa, salari dignitosi, sostegno concreto alle famiglie. Perché dietro ogni numero ci sono storie vere, volti, vite sospese tra la paura del futuro e la speranza di un aiuto che, sempre più spesso, è l’ultima ancora di salvezza.
Le dichiarazioni
“Sento che non dobbiamo arrivare troppo tardi. I Cristiani devono sentire di condividere l’altro e dare una mano a chi ha bisogno. Per noi l’altro è Gesù e se possiamo fare anche una sola cosa per un bambino questo è enormemente prezioso”, ha detto il cardinale Augusto Paolo Lojudice, aprendo la conferenza stampa sui dati Caritas 2024 e 2025. “Il numero complessivo degli utenti è sostanzialmente in linea con quello dello scorso anno, ma ci sono alcuni dettagli importanti, primo fra tutti l’aumento degli italiani che si rivolgono ai nostri centri. Questo fenomeno può essere letto in due modi: da una parte, la maggiore presenza di sportelli, l’offerta capillare di ascolto e supporto nelle parrocchie probabilmente permette a più persone di avvicinarsi e chiedere aiuto. Non sappiamo se queste persone fossero in difficoltà anche negli anni precedenti – prosegue il cardinale - ma non si erano ancora rivolte ai nostri servizi. Dall’altra parte, è innegabile che ci siano problemi concreti nella società: basta guardarsi intorno, anche solo a Siena, per vedere le difficoltà. Viviamo in una città che si regge sul turismo, ma sappiamo bene quanti negozi chiudano, quanti operai e dipendenti vengano licenziati. Il turismo è spesso ‘mordi e fuggi’ e le piccole attività fanno fatica. Tutto questo contribuisce a un malessere sociale che si sente, anche se Siena rimane una città tranquilla e benestante rispetto ad altre. Tuttavia, accanto a situazioni di povertà ci sono anche tante realtà positive e tanta disponibilità a condividere. Credo che la nostra forza sia continuare a costruire ponti e relazioni, intensificando la collaborazione tra tutte le realtà che operano sul territorio, per offrire insieme un servizio sempre più efficace”.
Il Cardinale ha poi toccato temi di attualità, a partire dalla sua recente intervista su Gaza: “Non ho ancora avuto modo di leggere le reazioni alla mia intervista alla Stampa – ha proseguito Lojudice - , ma credo di non aver detto niente di straordinario: ho solo espresso ciò che penso e che credo condividiamo in molti. Ribadisco che l’unica cosa da fare è continuare a parlarci con rispetto, senza offendere nessuno, anche mantenendo il dialogo con la comunità ebraica, che è aperto e che spero possa crescere. Quello che vediamo nei media, se è reale, è davvero oltre la follia. Una reazione forte da parte di chi ha responsabilità è necessaria, altrimenti diventa difficile andare avanti. Senza togliere nulla ad altre guerre – purtroppo ce ne sono molte nel mondo – ogni conflitto, ogni morte, ogni violenza su un bambino è un crimine contro l’umanità. Il nostro dovere, come persone di buona volontà e responsabilità, è di denunciare questi fatti, anche se spesso non possiamo fare molto concretamente”.
In merito all’arrivo del nuovo prefetto di Siena, Valerio Massimo Romeo, il Cardinale ha espresso fiducia: “Mi auguro davvero che si possa avviare una collaborazione proficua, anche se non ho ancora avuto modo di conoscerlo personalmente. So che ha un’esperienza vasta e approfondita su molti temi che toccano anche la nostra città. Sono fiducioso che anche con lui potremo lavorare bene insieme”.
A fornire i numeri e fotografare la quotidianità della Caritas è stato don Vittorio Giglio, direttore, che non nasconde la complessità del quadro attuale: “Abbiamo lavorato molto per diffondere i servizi Caritas nelle parrocchie, così da riuscire a raggiungere un numero sempre maggiore di persone e a rispondere con più efficacia ai bisogni del territorio. Questo ci ha permesso di intercettare nuove situazioni di disagio, ma purtroppo ci troviamo spesso costretti a dire di no a chi richiede accoglienza straordinaria: non abbiamo abbastanza posti disponibili e il nostro servizio rimane prevalentemente dedicato alla prima accoglienza. Anche alla mensa la situazione resta complessa e in continuo cambiamento”.
“Negli ultimi tempi”, prosegue don Giglio, “si è registrato un aumento delle persone singole che chiedono aiuto: si tratta spesso di anziani soli, pensionati e anche alcuni padri separati. Preoccupa in modo particolare la crescita delle famiglie con almeno un minore a carico che si trovano in difficoltà economica e abitativa. È significativo anche l’aumento degli italiani che si rivolgono alla Caritas: nell’ultimo anno si è registrato un incremento del 21%, un dato senza precedenti negli ultimi anni. La criticità più grave che riscontriamo riguarda l’abitazione: molte persone vivono in condizioni precarie e, per gli stranieri, trovare una casa in affitto, soprattutto a Siena, è diventato estremamente difficile. A questa emergenza si somma la povertà economica, spesso causata da un reddito insufficiente a coprire le spese essenziali della vita quotidiana”.
“Per quanto riguarda gli aiuti materiali – ha evidenziato don Giglio - nel 2024 abbiamo investito più di 60 mila euro nell’acquisto di beni alimentari e nella distribuzione di pacchi viveri alle famiglie più vulnerabili. I cittadini pakistani che abbiamo registrato sono circa 260, anche se non sempre riusciamo a intercettare tutti i casi di bisogno. Infine, ci tengo a sottolineare che l’accoglienza deve essere sempre rispettosa e dignitosa. Non devono più ripetersi episodi come quello avvenuto in passato al parcheggio del Duomo, con 90 persone distese per terra in giacigli di fortuna. L’obiettivo resta offrire un supporto concreto ma sempre nell’ambito della dignità e del rispetto per ogni persona. A Siena non c’è più da fare nuove Caritas ma collaborare e metterci in rete. Ad esempio, come Poggibonsi che sta lavorando molto bene”.
L’emergenza abitativa resta al centro della questione anche per l’assessore alle politiche sociali Micaela Papi: “Esiste una forte necessità riguardo all’emergenza abitativa. Il Comune di Siena su questo fronte è molto impegnato con diverse iniziative come gli alloggi volano che sono fondamentali per dare risposte immediate per poi arrivare a permettere di presentare domande per gli alloggi d’emergenza. L’obiettivo è creare sempre più rete di servizi e la collaborazione con la Società della Salute va in questa direzione”.
Un quadro che trova conferma anche nelle parole di Giuseppe Gugliotti, presidente della Società della Salute: “Non è un quadro rassicurante quello che ci ha offerto la Caritas perché crescono le necessità e i bisogni a fronte di risorse che diminuiscono. Ritengo che ci siano emergenze che ci interrogano e necessitano di risposte. Stiamo mettendo in campo progetti che guardano al futuro e che vanno in questa direzione, ma le risposte non possono essere soltanto fatte di contributi, bensì di soluzioni stabili. E non dimentichiamoci nemmeno del tema della salute mentale che ha risvolti sociali profondi. È una emergenza che si sta sviluppando in modo crescente”.
Nel contesto delle numerose fragilità, la rete di soggetti pubblici e privati continua a lavorare insieme per rispondere concretamente ai bisogni. Dalla mensa alle accoglienze temporanee, dagli aiuti alimentari alle attività per giovani e famiglie, la Caritas e la Fondazione Opera Diocesana Senese per la Carità portano avanti progetti concreti e innovativi: come il sostegno de “Gli Amici di Bartimeo” a due bambini affetti da patologie gravi, le iniziative nelle carceri di Siena e San Gimignano, le attività estive e invernali per ragazzi, fino ai percorsi di inserimento e ai servizi di ascolto per le situazioni più fragili. Un impegno che, nonostante le difficoltà, non si arresta e punta a coinvolgere sempre più risorse del territorio per non lasciare indietro nessuno.
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