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Delitto di Garlasco, a "Zona Bianca" i dubbi del medico legale Bonsignore su autopsia e dna “Ignoto 3”: "Possibile una contaminazione da un altro corpo". La spiegazione

Si continua a dibattere sul caso della morte di Chiara Poggi

Caterina Iannaci

24 Luglio 2025, 13:22

Chiara Poggi

Chiara Poggi

Nel corso della trasmissione "Zona Bianca" su Rete 4 ieri sera, Alberto Bonsignore, Direttore di Medicina Legale del Gaslini di Genova, ha fornito un’analisi chiara e autorevole sugli ultimi sviluppi riguardanti il caso di Chiara Poggi, la giovane di Garlasco uccisa nel 2007. Al centro del dibattito resta il controverso campione genetico denominato “Ignoto 3”, estratto da una garza usata per il prelievo di materiale orofaringeo durante l’autopsia.

I dubbi sulla garza e la contaminazione

Bonsignore ha messo in luce una distinzione fondamentale tra l’uso del tampone sterile e quello della garza durante le autopsie: mentre il tampone giunge in confezioni sigillate e sterili, la garza viene tipicamente aperta all’inizio dell’esame e posizionata su un carrellino, rimanendo esposta e quindi più soggetta a contaminazioni. Questo dettaglio è centrale per capire l’ipotesi sostenuta dal consulente della famiglia Poggi, Marzio Capra, che ha sollevato seri dubbi sulla possibile contaminazione del campione genetico usato per isolare il DNA maschile sconosciuto.

Alberto Bonsignore, Direttore di Medicina Legale del Gaslini di Genova

"Abitualmente le garze vengono aperte all'inizio dell'autopsia- ha spiegato Bonsignore - vengono posizionate su un carrellino a disposizione dell'operatore. Mentre il tampone è un tampone che proviene da una chiusura ermetica, sterile, viene utilizzato e poi immagazzinato all'interno del suo contenitore. In termini di contaminazione è più probabile quindi che una garza venga contaminata". Se il procuratore capo di Pavia, Fabio Napoleone, garantisce che il campione non ha subito contaminazione, l'ipotesi di Capra è che possa essere stata contaminata da un altro corpo: "Si tratta di un fatto possibile - ha aggiunto al programma di Rete 4 - perché spesso ci troviamo a operare su due tavoli paralleli".

Secondo Bonsignore, la contaminazione da un altro corpo è un fatto possibile, soprattutto perché in sala autoptica spesso si lavora su più tavoli paralleli, aumentando così il rischio di trasferimento di materiale genetico tra i reperti.

I prossimi passi dell'inchiesta

Ora la Procura di Pavia procederà alla comparazione del profilo genetico “Ignoto 3” con una trentina di persone che sono state in contatto con il corpo o con la scena del delitto, nella speranza di identificare questo misterioso “terzo uomo”. Si tratta di un’indagine delicata che potrebbe aprire nuovi scenari sull’omicidio di Chiara Poggi più di diciotto anni dopo il tragico evento.

Vedi qui la puntata integrale

https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/zonabianca2025/puntata-del-23-luglio_F313642401003001

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