Il caso
Bruce Willis, peggiorano le sue condizioni di salute
Una notizia assai dolorosa per tutti i suoi fan: peggiorano le condizioni di Bruce Willis, 70 anni, recentemente trasferito in una struttura con assistenza continua a causa dell’aggravamento della sua demenza frontotemporale, una malattia neurodegenerativa che compromette progressivamente linguaggio, comportamento e capacità di comunicazione. Nonostante fisicamente stia ancora bene e si muova, il suo cervello lo sta “tradendo” con un deterioramento che ha reso necessaria un’assistenza 24 ore su 24 per garantire la sua sicurezza e il suo benessere.
Bruce Willis soffre da anni di demenza frontotemporale, una forma di demenza che colpisce i lobi frontali e temporali del cervello, compromettendo il linguaggio e la comunicazione. La malattia è progredita al punto da richiedere un trasferimento in una casa assistita, gestita da un team di badanti attivi giorno e notte. Questa decisione è stata presa dopo un peggioramento delle sue condizioni, con la famiglia che ha scelto di tutelare sia l’attore sia le figlie più piccole, facendo vivere loro in un ambiente pensato per i loro bisogni e separato dai problemi di salute del padre.
La demenza frontotemporale (DFT) è una forma di demenza neurodegenerativa che colpisce principalmente i lobi frontali e temporali del cervello, responsabili del comportamento, della personalità e del linguaggio. È caratterizzata da cambiamenti progressivi come impulsività, apatia, perdita di inibizione sociale e comportamenti ripetitivi o compulsivi, oltre a difficoltà nella comunicazione, come problemi di linguaggio e di comprensione. A differenza dell’Alzheimer, la memoria viene compromessa in una fase più avanzata. Possono comparire anche problemi motori come rigidità, debolezza muscolare e difficoltà nella deglutizione. La DFT può manifestarsi tra i 40 e 65 anni ed è spesso associata a mutazioni genetiche o a un accumulo anomalo di proteine nel cervello. La malattia è progressiva e porta nel tempo alla perdita dell’autosufficienza.
I due sono stati una delle coppie più iconiche di Hollywood, sposati dal 1987 al 2000. Durante il loro matrimonio, hanno vissuto un forte legame d’amore e famiglia, ottenendo tre figlie insieme: Rumer, Scout LaRue e Tallulah Belle. Nonostante il divorzio, la loro relazione è rimasta segnata da rispetto e affetto profondo, mantenendo un forte legame soprattutto per il bene delle figlie.
Demi e Bruce hanno continuato a considerarsi una famiglia anche dopo la separazione, supportandosi reciprocamente e condividendo momenti importanti insieme alle figlie. Demi Moore è rimasta vicina all’ex marito anche durante la sua malattia, dimostrando solidarietà sia a Bruce che alla sua attuale moglie, Emma Heming Willis. Le relazioni familiari si sono mantenute vive e collaborative, con un sostegno condiviso per Bruce nel difficile percorso della demenza frontotemporale.
Demi Moore è sempre rimasta vicina all'ex marito
La moglie di Bruce, Emma Heming, ha spiegato in un’intervista che la scelta è stata difficile ma necessaria e che Bruce avrebbe voluto questa soluzione per le figlie Mabel ed Evelyn, di 13 e 11 anni, affinché potessero crescere in un ambiente sereno e dedicato a loro. Emma ha sottolineato che Bruce fisicamente sta bene, ma “il suo cervello lo sta abbandonando”, riferendosi alla progressiva perdita del linguaggio e delle capacità comunicative. Nonostante la separazione temporanea, la residenza per Bruce si trova vicino alla casa della famiglia per garantire visite frequenti e mantenere il legame affettivo. Bruce non cammina né parla più autonomamente e necessita di supporto costante, ma l’assistenza continua mira a offrirgli la migliore qualità di vita possibile.
La diagnosi iniziale di afasia, resa pubblica nel marzo 2022, aveva già segnalato il ritiro dalle scene dell’attore. Quasi un anno dopo, la diagnosi è stata aggiornata a demenza frontotemporale (FTD), una malattia degenerativa che colpisce le aree cerebrali legate alla comunicazione e al comportamento, per la quale non esistono cure. Nonostante ciò, Emma racconta come Bruce sia riuscito a continuare a lavorare con ingegno e determinazione, prima che la sua condizione diventasse nota al pubblico.
Un indimenticabile Bruce Willis in Trappola di Cristallo
Per film come Assassin (2023) e la trilogia Detective Knight (2022-2023), le sceneggiature venivano appositamente adattate. I registi minimizzavano i dialoghi dell’attore, mentre una persona di fiducia suggeriva le battute a Bruce tramite auricolare, consentendogli di recitare con meno difficoltà.
Questo stratagemma è stato favorito anche da un dettaglio che ha reso il declino meno evidente: un passato da balbuziente, raccontato dallo stesso Willis in un’intervista. Bruce spiegava come l’umorismo fosse nato proprio dalle sue difficoltà di dizione: “Balbettavo, ma potevo far ridere la gente facendo lo scemo”. Un modo per mascherare e affrontare le sfide, ora amplificate dalla malattia.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy