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SIENA

Siena si mobilita per Gaza: in 500 per fermare la strage

Cittadini in piazza per aderire alla manifestazione della Cgil. D’Ercole: “Basta barbarie”

Aldo Tani

07 Settembre 2025, 08:33

Manifestazione contro la strage di  Gaza

La città ha deciso di non voltarsi dall’altra parte di fronte a ciò che sta succedendo a Gaza. La Cgil aveva rivolto un invito alla comunità senese a scendere in piazza per dire stop alla strage di civili innocenti nella Striscia. Siena ha risposto presente e in 500 hanno sostato davanti ai giardini della Lizza per alzare il volume sulle conseguenze di una guerra che sembra non trovare una fine.

Da tempo il sindacato è in campo per chiedere al governo di mobilitarsi per far cessare il conflitto. E in questi giorni sta sostenendo la spedizione navale della Global Sumud Flotilla che è partita per portare aiuti al popolo palestinese. Lo ha ricordato anche il segretario Alice D’Ercole: “Questo è innanzitutto un presidio a sostegno di una missione umanitaria: 44 navi, a bordo delle quali vi sono tanti attivisti e tante attiviste che, in pace, cercano di raggiungere Gaza portando aiuti umanitaricibo, medicinali, acqua — e con loro la speranza di tutti noi. Un coraggio che i governi non hanno avuto: quello di provare a rompere l’orrore”.

La sindacalista si è poi concentrata sul messaggio che la piazza, scendendo in strada, ha voluto inviare. “Per noi oggi la parola d’ordine è chiara: fermiamo la barbarie, fermiamo il genocidio, blocchiamo l’invio delle armi e garantiamo l’arrivo degli aiuti umanitari - ha proseguito il vertice della Cgil -. Interrompiamo gli accordi commerciali con Israele, che sta compiendo un atto criminale contro un popolo che rivendica soltanto il diritto di esistere”.

Un punto nevralgico per tante istituzioni che da tempo hanno sposato la teoria dei due Stati, come per altro hanno già fatto o hanno annunciato l’intenzione di farlo diversi Paesi europei. Su questo versante D’Ercole è stata categorica: “Noi chiediamo il riconoscimento dello Stato di Palestina: non è solo un atto di solidarietà, ma il riconoscimento dell’illegalità di ciò che il governo criminale di Netanyahu sta compiendo”.

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