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Il caso

Mega impianto agrivoltaico nella piana di Rosia, presentate le osservazioni alla Regione: ma spuntano altri progetti

L'associazione “Per un uso sociale di Ampugnano”: "Agrivoltaico, fotovoltaico e biomasse, la vastità di tali piani uno scempio che il territorio non può sopportare"

Claudio Coli

10 Settembre 2025, 17:34

Fotovoltaico

Impianto fotovoltaico

Grande impianto agrivoltaico nella Piana di Rosia da 238 ettari, c’è una nuova puntata del caso che ha fatto discutere nelle scorse settimane. Come informa l’associazione “Per un uso sociale di Ampugnano”, che per prima aveva segnalato l’esistenza del progetto, entro il 5 settembre sono state presentate alla Regione Toscana le osservazioni rispetto alla necessità o meno di assoggettare il progetto alla valutazione di impatto ambientale. Hanno fornito tali osservazioni le istituzioni locali ma anche le associazioni, tra cui la stessa realtà associativa, Italia Nostra, Distretto Biologico delle Valli Senesi e ColdirettiA investire nel progetto, si parla di 90 milioni, è l'azienda Revalue Energies, impegnata nel settore delle rinnovabili, che assicura sulla bontà dell'operazione. 

Ma ecco delle nuove scoperte, riferisce l'associazione, che parla di un "assalto alla piana di Rosia": «Nel preparare le osservazioni abbiamo appreso che nella Piana sono in corso di realizzazione altri progetti per fotovoltaico, di cui non avevamo alcuna cognizione, per un totale di altri 30 ha di superficie. Inoltre, sempre nella Piana, sono previsti due impianti per biogas, uno in corso di realizzazione da 500 Sm³/h e l’altro in attesa di approvazione 499 Sm³/h – si fa sapere – per chi conosce questi impianti sa benissimo quale impatto ambientale rappresentano e quale stravolgimento della percezione del territorio comportano. Se tutti questi progetti verranno realizzati compreso quello annunciato da ENAC di 20 ha, nella Piana di Rosia assisteremo a uno sfregio ambientale di tali dimensioni da cambiare irrimediabilmente i connotati del Comune di Sovicille

«Incomprensibile – tuona l’associazione – rimane il fatto che con la normativa attuale il Comune abbia scarse possibilità di incidere nelle decisioni di approvazione o meno dei progetti proposti e che, con la scusa della transizione ecologica, siano consentiti impianti di questa portata che con l’agricoltura non hanno niente a che vedere ma sono solo investimenti fortemente speculativi ad alto rendimento. Nella Piana, all’interno dell’area industriale di Bellaria GSK e Philogen ha già realizzato e sono in corso di realizzazione impianti fotovoltaici su pensiline per una superficie di 1,7 ha

«Riteniamo – si conclude – che questo tipo di impianti sia quelli da perseguire e da avvalorare perché, senza ulteriore consumo di suolo, realizzati all’interno dell’area industriale non a fini speculativi, possono contribuire veramente al raggiungimento degli obiettivi indicati per la transizione ecologica".

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