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La situazione

Riparte la scuola in provincia di Siena, l'allarme della Cgil: "Troppo precariato"

Il 65% delle nuove cattedre per insegnanti di sostegno. L'analisi della segretaria FLC Cgil

Vincenzo Battaglia

11 Settembre 2025, 06:02

Anna Cassanelli

Anna Cassanelli (segretaria generale Flc Cgil di Siena)

Sono 918 le nomine effettuate per le cattedre disponibili nelle scuole della provincia di Siena. Un numero in linea con quelle dell’anno scorso, con un dato interessante: ben 601 sono insegnanti di sostegno, pari al 65% dei posti. Tutti contratti, ovviamente, a tempo determinato, che dimostrano come la precarietà all’interno delle strutture scolastiche raggiunga livelli vertiginosi, come spiega Anna Cassanelli, segretaria generale della Flc Cgil di Siena.

Quante sono le cattedre rimaste scoperte?

“Non lo sappiamo ancora, posso dire che sono poche. È stato pubblicato il terzo turno di nomina e le disponibilità erano 32. Ci saranno sicuramente degli insegnanti che rinunceranno, e quindi ci saranno altri turni di nomina, però le supplenze sono abbastanza residuali rispetto al totale delle nomine. Ci sono delle classi di concorso in cui abbiamo dei problemi, perché le graduatorie non sono abbastanza capienti. Succede alla materna, alla primaria e alle medie. Sono stati già pubblicati gli interpelli, per cui anche le graduatorie di istituto sono finite e le scuole devono chiedere la disponibilità per le supplenze ad altri istituti o ad altre province. Chi deve trovare gli insegnanti entro il 15 settembre è un po’ in difficoltà. Scuole come il Roncalli di Poggibonsi, il Caselli di Siena, l’Iris Origo di Montepulciano, l’Avogadro di Abbadia San Salvatore. Ma saranno una ventina di posti in tutto”.

Quali sono le criticità maggiori?

“Riguardano gli insegnanti di sostegno, che potevano essere confermati dallo scorso anno se le famiglie ne avessero fatto richiesta. 227 di questi posti, pari al 33% circa del totale, sono frutto di una riconferma. Questo è stato un elemento di novità che ha creato delle evidenti disparità di trattamento tra gli insegnanti. C’è chi ha avuto la fortuna di essere confermato e altri, che invece avrebbero avuto il punteggio o il diritto a scegliere per primi il posto, che sono stati penalizzati da questo meccanismo. È stata un’operazione molto grave da parte del ministro Valditara. C’è stata una volontà precisa da parte del ministero di mantenere alto il precariato sul sostegno. Quest’anno nell’organico di sostegno abbiamo 1.070 posti, 10 in più dell’anno scorso, 579 dei quali a tempo determinato, pari al 54%. Ma non possono essere stabilizzati. Sono posti che ci sono ogni anno, e quindi di cui il ministero ha bisogno, ma sui quali non investe. Anziché garantire la continuità didattica stabilizzando gli insegnanti, il ministero ha giocato sulla loro pelle. Gli insegnanti si sono ritrovati in balia delle famiglie, è stata una guerra tra poveri.”

Qual è la situazione del personale Ata invece?

“Per i collaboratori scolastici, gli assistenti tecnici e gli assistenti amministrativi le immissioni in ruolo avvengono sul 33% delle disponibilità. Quindi c’è una volontà precisa di tenere i posti vacanti e non assumere. Ci sono poi i posti aggiuntivi, che al 30 giugno erano 96. Significa che c’è una carenza e che senza di queste aggiunte le scuole non potrebbero aprire. Perché non stabilizzare i posti che vengono dati a tempo determinato? La volontà è quella di non investire sulla scuola, i dati parlano chiaro: la precarietà è altissima.”

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