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L'inchiesta

Gara pubblica "pilotata": agli arresti domiciliari due funzionari pubblici umbri e un imprenditore residente in provincia di Siena

Scattano le misure cautelari per cinque soggetti, si ipotizza corruzione, falso ideologico indotto e turbata libertà degli incanti. Un video filma il passaggio di una mazzetta in buoni benzina

Claudio Coli

19 Settembre 2025, 16:34

Gdf Perugia

In azione la Guardia di Finanza di Perugia

Una gara pubblica reputata dagli inquirenti "pilotata" tramite l'accordo tra funzionari pubblici e imprenditori: cinque misure cautelari personali sono state eseguite dalla guardia di finanza di Perugia in relazione all'affidamento di un cantiere indetto dal Consorzio Bonifica Val di Chiana Romana e Val di Paglia e un lavoro della Provincia del capoluogo umbro.

I reati ipotizzati sono corruzione, falso ideologico indotto e turbata libertà degli incanti contestati, a vario titolo. Su richiesta della Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone sono stati messi agli arresti domiciliari due funzionari pubblici, un dipendente della Provincia e uno del Consorzio bonifica Val di Chiana Romana e Val di Paglia nonché dell'amministratore, residente a Chiusi, di una srl con sede in Città della Pieve.

L'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato disposto nei confronti di un geometra residente in Ficulle (Terni) e la misura interdittiva del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione nei confronti del titolare di una ditta individuale con sede a Perugia. L'indagine - ricostruisce la Procura di Perugia - ha preso avvio dalla denuncia di un professionista al quale era stato richiesto, da parte di un "intermediario", una somma di denaro in cambio dell'offerta di affidamento di un lavoro di progettazione pubblicato dalla Provincia di Perugia.

Sono state quindi condotte approfondite indagini, delegate al nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Perugia. Secondo gli inquirenti sono emerse, quelle che sono ritenute "plurime circostanze indiziarie di intese che, al di là delle modalità di selezione del contraente di volta in volta prescelte, pur se apparentemente rispettose dei criteri normativi previsti, avrebbero consentito di aggirare la vigente legislazione in materia di appalti, determinando l'illegittima aggiudicazione di lavori pubblici". Fra le prove raccolte dagli inquirenti, intercettazioni telefoniche e un video dove si vede il passaggio di una busta rossa dalle mani di uno degli imprenditori a quelle di un funzionario, che conteneva buoni benzina da 400 euro.

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